Bibbia

Voce di don G.Alberione

 

 

LA BIBBIA: LETTERA DI DIO AGLI UOMINI

[…] La Bibbia è la lettera che Iddio ha scritto agli uomini. A che fine? Per invitarli al cielo.
E con quali mezzi? E cioè: compiere la volontà del Signore, seguire i suoi comandamenti,
accettare le verità rivelate, attendere alla preghiera, all’uso dei sacramenti, ecc.
L’invito, quindi, al cielo e l’indicazione della strada per andare al cielo.
Particolarmente la strada, la via, è Gesù Cristo. E allora:
– seguire Gesù Cristo nei suoi santi esempi;
– credere alle parole di Gesù Cristo secondo che egli ha insegnato la sua dottrina,
– e praticare la pietà, cioè usare la preghiera, la quale ha il centro nell’Eucarestia,
specialmente la Messa, la Comunione, la Visita. E poi dall’Eucarestia si derivano, come dalla fonte,
rigagnoli della grazia che sono i sacramenti e i sacramentali. La Lettera, quindi, che Iddio
ha indirizzato agli uomini per invitarli alla beatitudine eterna e indicar loro la strada per
arrivarci. Che cos’è, dunque, la Bibbia?
[…] La Bibbia è il libro di Dio. Perché si dice “Libro di Dio”? Primo, perché l’autore è
Dio. La Bibbia è ispirata. È ben diverso il libro della Bibbia dai libri comuni. I libri comuni
saranno scritti, tante volte, da autori celebri e da santi. Particolarmente ricordiamo quello che
hanno scritto i Pontefici, quello che hanno scritto i Dottori della Chiesa. Perciò stesso che
sono elevati a grado di dottori, la loro dottrina è insigne. Dottrina, unità, santità e zelo. Ma il
libro di Dio è ben altra cosa, cioè è Dio stesso che è la Verità, la Sapienza da cui tutto
procede. Sì. Quindi si dice “Libro di Dio” perché Dio ne è l’autore. Bisogna notare, però,
che non è materialmente che egli scrivesse il libro, ma egli ispirava, Dio, e perché lo
scrittore si decidesse a scrivere e perché scrivesse ciò che Iddio voleva, senza commettere
errori, cosicché il libro si dice “di Dio”, […] libro di Dio. Il quale libro, che cosa contiene?
C’insegna, forse, la geografia? C’insegna, forse, l’astronomia? C’insegna, forse, l’aritmetica?
No. Dio parla del cielo, ma non parla dell’astronomia; Parla del cielo, paradiso, e della via
per andare al paradiso. Oh, neppure, si può dire che tutti gli scrittori avessero uguale stile,
no. Lo stile dipendeva, in parte, dallo scrittore. Ma quel che era insegnato dallo scrittore,
che è di Dio. E che cosa contiene? Contiene le verità. Ma utilis est La Scrittura è utile a che
cosa? Primo, per conoscere le verità di Dio; secondo, per conoscere la volontà di Dio; terzo,
per unirsi, unire noi a lui mediante la grazia, mediante i mezzi che il Signore ci ha dati.
[…] A istruzione. Non c’è libro di pietà che eguagli questo. Non c’è libro di meditazione
che eguagli la Scrittura. Non c’è libro di lettura spirituale che eguagli la lettura della Bibbia.
E qualche volta si vede che si va a cercare a destra e a sinistra, libri rari, libri che sono del
tale autore, tal altro, libri che sono raccomandati da questa o quell’altra persona. E tante
volte sono anche di autori celebri e magari di persone distinte per pietà e, certamente,
meritano rispetto. Ma non c’è lettura spirituale che eguagli la lettura della Sacra Scrittura,
della Bibbia. Appunto perché, tra i libri scritti dagli uomini e il libro che è scritto da Dio, ci
passa la distanza che c’è tra l’uomo e Dio.
Il vostro Maestro è uno, Gesù Cristo, ha detto lui stesso, Gesù.
[…] Cosa potremo rispondere noi al Signore al giorno del giudizio se egli ci chiedesse: Hai
letto la mia lettera? Io son tuo Padre, ti ho scritto. Hai letto solo qualche periodo, oppure sei
andata fino al termine? Tu leggevi volentieri le lettere della mamma, le lettere del papà e
andavi fino al fondo per conoscere anche come si esprimeva per salutare. E come hai
trattato, e come hai seguito, e come hai amato la mia lettera? Dovessimo rispondere: io non
l’ho letta. Dovessimo rispondere: l’ho letta fino a un certo punto, poi mi sono annoiato. Ho
letto quasi tutto, ma quando si arrivava, per esempio, ad un punto e che magari non era tanto
gradito o si arrivava ai saluti che sono al termine delle lettere apostoliche e allora son
passato liberamente ad altro e ho trascurato di penetrare e di conoscere dal modo con cui il
Signore esprimeva il suo cuore nei saluti, son passato ad altro.
Non andare alla morte con la responsabilità di non aver mai letta tutta la Bibbia.
[…] Come leggere la Bibbia?
Primo: leggerla, davvero. Può essere che per tre anni [la] teniate sempre lì nel banco, dove
fate la Visita al Santissimo Sacramento, teniate sempre la Bibbia. E come lettura spirituale,
ecco, la lettura spirituale per eccellenza: la Bibbia. E non stancarsi se anche nelle Lettere di
san Paolo si trovano delle cose alte e alquanto difficili. È questione di prenderci gusto.
Quando poi si superano le prime difficoltà, allora quasi non si può fare a meno di sentire san
Paolo e, ancora più presto, l’anima sentirà di non poter fare a meno della Parola diretta di
Dio, cioè dei Vangeli e di tutti gli altri libri del Nuovo Testamento. Quindi, la lettura
spirituale, di preferenza, sopra questi libri della Scrittura. Secondo: leggerla con infinito
rispetto, come assetate della divina Parola, come avveniva a quelle turbe che da quattro
giorni seguivano Gesù e volevano vedere i suoi miracoli, volevano sentire la sua Parola. E
avevano consumate tutte le provviste. E allora, erano affamati. Affamati materialmente
perché prima affamati solo della parola di Dio. Bisogna sentire il bisogno della parola di
Dio, mettendoci bene ai piedi di Gesù. Sì, con fede: “Qui parli tu, non mi parlino gli uomini;
parlami al cuore e fa che le mie parole corrispondano, e cioè che io, poi, parli le tue parole,
ripeta le tue parole”.
[…] Finché siam sulla terra bisogna che noi abbiamo la fede, e le verità della fede si
attingono di lì. Non possiamo deporre la Bibbia finché non siam perfetti. E quando si sarà
perfetti? Si cesserà con la morte perché allora non ci sarà più la fede, ma per chi avrà
praticato l’insegnamento divino e avrà creduto alle parole divine, ecco la visione eterna.
Prima si pensavano perché si credeva. Di là si vede ciò che sono le cose in loro e sono in se
stesse. Poi, coi propositi. Alla fine ringraziare il Signore dell’insegnamento che ci ha dato.
Ricavare un pensiero, ricavare un insegnamento e pregare. Un pensiero che sarà il principale
fra i pensieri che abbiam letti. Supponiamo che una legga un salmo, ben tradotto, con parole
chiare, per quanto è possibile, dopo ricavarne qualche pensiero; secondo, ricavarne qualche
proposito e, terzo, pregare protestando la nostra fede nella parola di Dio e domandando al
Signore la grazia di praticarla, viverla. Ecco, allora, certamente in questi giorni penserete a
questo: la lettura della Bibbia che significa leggere la parola di Dio. Lì si fa la miglior
lettura spirituale e lì si ha un insegnamento completo, completo. Si imparerà a praticar la
povertà, la castità, l’obbedienza, s’imparerà meglio la via della perfezione e si imparerà
anche l’apostolato. Sia lodato Gesù Cristo.
Esercizi Spirituali (5-13 maggio) alle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 5 maggio 1961
Imsa Esercizi Spirituali 2011