L’Essenziale

Nunzia Piccirillo

L’ ESSENZIALE E’ INVISIBILE AGLI OCCHI

«L’essenziale è invisibile agli occhi …». Voglio iniziare con queste parole questo articolo in cui racconterò di quanto abbiamo vissuto di bello, come Istituto – ancora una volta – grazie a Nunzia. Don Gino – a nome di tutte le Annunziatine – ha ricevuto un invito da parte del Preside, Paolo Mesolella, dell’Istituto Statale “Ugo Foscolo” di Teano (CE) di cui fa parte il Liceo Scientifico e di Scienze umane presso il quale Nunzia ha insegnato Lettere e Latino per oltre dieci anni. L’invito giungeva perché il 12 febbraio avrebbero dedicato la Biblioteca scolastica a Nunzia, approfittando della premiazione di un Concorso letterario annuale al quale lei dava sempre il suo contributo nell’organizzazione e nello svolgimento. Così, quella mattina da Roma sono partiti Don Gino, Annamaria Gustinelli e Zina ed io da casa mia (abito a circa 65 km da Teano). La notizia personalmente mi aveva colpito, ma in fondo al cuore ero certa che si sarebbero adoperati per fare qualcosa in sua memoria. Sapevo dell’impegno che Nunzia aveva sempre profuso a scuola, nelle due sedi del suo Istituto: il suo spendersi mi era noto, come pure conoscevo bene il suo dolore immenso quando ha dovuto lasciare la scuola e prendersi un “periodo” di riposo in attesa di tempi migliori. Forse l’ho già raccontato a qualche sorella che abbiamo passato molte ore in macchina (nei nostri viaggi dirette a Roma) a pensare a cosa fosse stato meglio indossare – una parrucca o dei cappelli – per non turbare i “suoi ragazzi” dopo il ciclo di terapia che le aveva fatto cadere i capelli… le risate nel dover scegliere i colori dei foulard e le tecniche per metterlo bene in testa… Fino al 12 febbraio ho pensato che magari ci saremmo potute dire altro – sapendo (seppure sperando il contrario) che prima o poi sarebbe accaduto che lei raggiungesse lo Sposo prima di me…, ma poi, ripensandoci, credo che sia stato necessario perché lei mi ha potuto raccontare la “sua vita” perché la scuola – dopo Cristo ed il nostro Istituto – era la sua vita. Cosa abbiamo trovato lì? Tante persone che la amavano: i suoi studenti, i suoi colleghi, il suo Preside; tante persone che la conoscevano meno, ma che la stimavano. Non ne avevo dubbi, ma vivere quel giorno mi ha solo dato conferma di chi era veramente Nunzia: una donna corazzata fuori, diffidente e riservata ad una conoscenza superficiale, ma con un cuore generoso e grande, pronta a spendersi nel silenzio, dolce, rispettosa, un po’ testarda, ma giusta. Tutte queste qualità le ha “spese” per i suoi ragazzi che hanno dato, quel giorno, una testimonianza bella della loro insegnante educatrice perché questo era Nunzia: non si è mai limitata a passare delle nozioni, ma era sempre pronta a parlare, discutere di tutto, anche di nostro Signore con loro ed essi con video, disegni, poesie hanno saputo rendere giustizia a questo impegno. Credo che per noi dell’Istituto – che abbiamo avuto sempre le lacrime agli occhi, trattenute a stento – è stato significativo che il Preside ci abbia voluti presenti e dato la possibilità, tramite don Gino ed Annamaria, di dare una piccola testimonianza (il Preside sapeva del cammino di Nunzia, non era tenuto ad invitarci, ma lo ha fatto). Era presente anche la famiglia di Nunzia (la mamma e due fratelli) e tanti, tanti ragazzi che ci hanno confermato che Nunzia era una “brava” persona: per noi campani “brava persona” si dice di chi è “degno di stima” e fiducia, proprio come ci dice Isaia nel suo Libro, e Dio chi è “degno di stima” lo ama e sono certa che Nunzia corrispondesse – con tutta se stessa e come meglio poteva – a questo Amore che considerava tanto grande e sovrabbondante per lei.

Torniamo però al titolo che ho pensato per l’articolo: “L’essenziale è invisibile agli occhi” preso dal libro “Il piccolo Principe” di A. de Saint Exupéry. L’ho scelto perché Nunzia mi ripeteva che anche a lei sarebbe piaciuto, come apostolato, essere educatrice di un gruppo giovanissimi o giovani (le avevo proposto di venire una volta al mese presso la mia parrocchia e lei aveva accettato, ma poi la situazione è peggiorata). Lei mandava messaggi ai miei ragazzi che, indirettamente, la conoscevano ed io le dicevo che una volta guarita non sarebbero mancate le occasioni di conoscerli direttamente, ma quello di cui forse lei non si rendeva tanto conto è che lei il suo apostolato lo stava “vivendo”. Lo stava vivendo nella sofferenza e nell’offerta della stessa sofferenza per il bene degli altri; stava spargendo “semi di speranza” a destra e manca con la condivisione del Vangelo, con la preghiera, con la vicinanza a tante persone che soffrivano meno di lei. Lo aveva già vissuto con i suoi alunni e con le persone con cui aveva lavorato: ha lasciato un segno nel loro cuore, aveva già dato “l’essenziale” – che agli occhi ed alla mente dei più non sarà visibile –ma aveva “convertito” il loro cuore! Amica, sorella mia carissima, ad un anno dalla tua morte i segni del tuo amore per il tuo e nostro Sposo diventano sempre più evidenti e numerosi ed ora che sei al Suo cospetto prega per noi tutte, per l’Istituto, per le vocazioni.

Susy f.Siate Perfetti giu-lug. 2020

pag.Web Nunzia / Blog  /