Mese: Aprile 2013

Il web

Il Web: la nostra agorà e il nostro aeropago

comunicazioneUna tra le sfide più significative dell’evangelizzazione oggi è quella che emerge dall’ambiente digitale. È su questa sfida che papa Benedetto XVI ha scelto, nel contesto dell’Anno della fede, per la 47a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il tema: Reti Sociali: porte di verità e di fede; nuovi spazi di evangelizzazione.
Come ogni anno il tema di questa Giornata caratterizza le iniziative del Festival della Comunicazione che si svolgerà, in collaborazione con Ia diocesi, dal 5 al 12 maggio 2013 ad Avezzano (AQ), coinvolgendo anche le diocesi limitrofe, mentre in tutto il territorio nazionale saranno promosse, in collaborazione con gli Uffici delle Comunicazioni sociali diocesane e dalle Librerie Paoline e San Paolo iniziative di animazione attraverso la formula della settimana della comunicazione.
La vita di san Paolo è per noi, Paoline e Paolini, l’esempio permanente della nostra vita consacrata alle esigenze dell’Evangelo. E dall’Apostolo Paolo traiamo stili, contenuti, criteri della nostra missione. Il  ”farsi tutto a tuttti” ci appartiene come figli e figlie del beato Giacomo Alberione, e ci fa sentire come l’Apostolo delle genti «debitori a tutti gli uomini, ignoranti e colti, cattolici, comunisti, pagani, musulmani» (San Paolo, 1951). Consacrati e consacrate, dunque, per evangelizzare.
Parafrasando I’apostolo Paolo, nella lettera ai Romani (15,,20), noi Paoline e Paolini ci facciamo un punto d’onore ad  annunziare il vangelo dove non è giunto ancora il nome di Cristo per non costruire su un fondamento altrui e per tradurre il “deposito” ricevuto nei luoghi dove nasce e si fa comunicazione (dai media più tradizionali ai social forum). Ecco perché la Parola divina (e «tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode», Filippesi 4,8) deve risuonare attraverso Ie arterie informatiche di Internet, i canali della diffusione virtuale on-line, Ie chat e le messaggerie istantanee, i social network, da messanger a Myspace a facebook, twitter. ll web è un “luogo antropologico”, che va abitato e reso abitabile. È Ia nostra agorà, il nostro aeropago.

don Vincenzo Marras Superiore provinciale
Società San Paolo – Italia

sr Dolores Melis Superiora provinciale
Figlie di San Paolo – ltalia

 Pagine Aperte – aprile 2013
Settimana delle Comunicazioni

Il tuo nome è “SI”

 

AnnunciazioneLa settimana santa e la celebrazione dell’ottava di Pasqua ci hanno obbligato, quest’anno, a posticipare la solennità dell’Annunciazione del Signore, che troviamo nella piena luce della gioia pasquale. Il fatto che una simile festa, secondo le leggi e le consuetudini liturgiche, possa essere spostata ma non  possa in nessun modo cadere, è già un dato eloquente per comprendere quanto il mistero dell’incarnazione sia fondamentale per la nostra fede. Per tutta la settimana di Pasqua la liturgia ci ha fatto rileggere e meditare i racconti della risurrezione fino a ritrovarci, proprio ieri, ancora una volta, nei panni dell’Apostolo Tommaso chiamato a mettere la sua mano e il suo dito nel costato del Signore. Il mistero della risurrezione, lungi dal farci superare la mediazione della carne e del corpo, non fa che portarla al suo massimo splendore e al grado più alto di rivelazione. Nella festa di oggi viene evidenziato in modo forte il tema dell’obbedienza, ma si potrebbe dire, evocando don Milani, che l’obbedienza non è una virtù, bensì un atto di irrefrenabile amore spontaneo e amorosissimo, come spontaneo ed esplosivo è lo schiudersi delle gemme nell’incipiente primavera. La liturgia mette sulle labbra del Verbo, che accondiscende all’incarnazione, le parole del salmo: «Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto, non hai chiesto olocausto né sacrificio per il peccato. Allora ho detto: ‘’Ecco, io vengo’’ »
(Sal 39,7). L’incarnazione non può essere letta come un atto di obbedienza mortificante, ma come una condivisione generosa, da parte del Verbo, di ciò che da sempre abita il cuore del Padre  e che si fa visibile, per mezzo dello Spirito, nella terra della nostra umanità.  Della terra, madre della nostra umanità, è oggi icona da contemplare e da amare Maria, la figlia divenuta madre. Questa donna si fa obbediente accoglienza, nel senso di una pienezza riconosciuta e accolta, piuttosto che nella linea di una rinuncia fine a se stessa. Come canta estasiato Proclo di Costantinopoli: « Oggi, il chicco di grano è deposto in una terra vergine e tutta la natura prepara i suoi doni per il bambino».
I profumi e i colori della Pasqua ci aiutano a cogliere ancora più profondamente la portata di quel  «segno» (Is 7,14) che è la carne del Verbo fatto uomo e che, per noi, ha sofferto la morte come luogo di rivelazione di un amore che non si lascia mai vincere dalla sfiducia e dall’egoismo. Contemplando il dono pasquale del Signore Gesù, possiamo intuire quale senso di accoglienza e di amor egli ha sentito nell’affacciarsi sul nostro mondo, accolto in un grembo come quello di Maria. Il  «SI» della Madre di Dio non solo ha reso possibile l’incarnazione del Verbo, ma è stato il primo passo della rivelazione di quell’obbedienza filiale del Cristo, nel cui dinamismo siamo chiamati a riformare e convertire, continuamente, la nostra vita perché ne sia una continuazione nella storia di ogni giorno e ogni alba sia così un’aurora di salvezza. Veramente  «nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37). Dall’incarnazione, alla passione fino alla resurrezione!

Signore Gesù, tu hai bussato al cuore di Maria per essere accolto tra gli uomini, dono e salvatore della storia e di ogni storia. E noi ti rendiamo lode per il suo «Eccomi», per quel «SI» di tua madre, luminoso e forte, che ti ha spalancato le porte del cuore e che ha dato vita alla divina avventura della tua incarnazione.
Quando l’accettare il disegno di Dio su di noi ci pare un’incomprensibile strada in salita, donaci di coglierne la divina trama nascosta nel quotidiano. Alleluia!

Fr Michael Davide monaco benedettino

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