Epifania

Epifania del Signore

Giacomo Alberione, SSP       Brevi meditazioni – II IntraText CT – Lettura del testo

(290)     EPIFANIA

1.o Epifania significa manifestazione. Nel Natale, Gesù Bambino si era mostrato agli Ebrei, rappresentati da Maria, Giuseppe, i Pastori. Ma nell’Epifania si manifesta al gran mondo dei Gentili. È il mistero di un Dio invisibile, il cui nome i Gentili dovevano leggere nelle sue opere; e che ora si fa visibile, «il Padre rivela il Figlio». Il Profeta Isaia scorge in una grandiosa visione la Chiesa, rappresentata da Gerusalemme, alla quale accorrono le Genti. Dice infatti: «Sorgi, sii raggiante, o Gerusalemme: poiché la tua luce è venuta, e la gloria del Signore è spuntata sopra di te, mentre le tenebre si estendono sulla terra e le ombre sui popoli. Ecco che su di te spunta l’aurora del Signore e in te si manifesta la Sua gloria. Alla tua luce cammineranno le genti e i re alla luce della tua aurora. Leva gli occhi e guarda intorno a te: tutti costoro si sono riuniti per venire a te; da lungi verranno i tuoi figli, e le tue figlie da ogni lato sorgeranno. Quando vedrai ciò, sarai raggiante, il tuo cuore si dilaterà e si commuoverà; perché verso di te affluiranno i tesori del mare e ti si porterà i beni delle genti. Tu sarai inondata da una moltitudine di cammelli, di dromedari di Madian e di Efa: verranno tutti i Sabei portando oro ed incenso, e celebrando le lodi del Signore» (Is 60, 1-6).

2.o Ed il Vangelo ci mette innanzi il primo episodio di questo grande avvenimento che si perpetua nei secoli: sono i Magi che vengono guidati da una stella sino al Bambino Gesù. «Nato Gesù in Betlemme di Giuda, al tempo del re Erode, ecco dall’Oriente arrivare dei Magi a Gerusalemme, dicendo: Dov’è il nato Re dei Giudei? Ché vedemmo la Sua stella nell’Oriente e siamo venuti per adorarLo. Sentite tali cose, il re Erode si turbò e con lui tutta Gerusalemme. E, adunati tutti i sommi Sacerdoti e gli scribi del popolo, voleva saper da loro dove aveva da nascere il Cristo Essi gli risposero: In Betlemme di Giuda, perché così è stato scritto dal Profeta: E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei la minima tra i principi di Giuda: poiché da te uscirà il duce che reggerà il mio popolo d’Israele. Allora Erode, chiamati a sé di nascosto i Magi, s’informò minutamente da loro circa il tempo dell’apparizione della stella e, mandandoli a Betlemme, disse: Andate e fate diligente ricerca del Bambino, e quando L’avrete trovato, fatemelo sapere, affinché io pure venga ad adorarLo. Quelli, udito il Re, si partirono, ed ecco che la stella già vista in Oriente li precedeva, finché, arrivata sopra il luogo dove era il Bambino, si fermò. Veduta la stella, i Magi gioirono di grandissima gioia, ed entrati nella casa, trovarono il Bambino con Maria Sua Madre; prostratisi, Lo adorarono e, aperti i loro tesori, Gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non passare da Erode, per altra strada tornarono al loro paese» (Mt. 2, 1-12).

3.o Andiamo anche noi a Gesù portando l’oro della nostra fede, l’incenso della nostra preghiera, la mirra della nostra mortificazione. Il Bambino che sta nel presepio è lo stesso Dio che ci ha creati, che ci sostiene, che ci giudicherà, che premierà i buoni. Abbiamo fede. Il Bambino Gesù è il Salvatore, da Lui procede ogni grazia, in Lui vi è salvezza. A Lui chiediamo il perdono delle nostre colpe; a Lui uniamoci nei santi Sacramenti, specialmente nella Comunione; a Lui ricorriamo in ogni bisogno. Il Bambino Gesù è anche uomo: nato per morire e dare la Sua vita m redenzione. Mortifichiamo i nostri sensi, spendiamo la nostra vita nel servirLo e nell’amarLo.

Esame. – Imitiamo i santi Magi? Quale è la nostra fede, specialmente in Chiesa, innanzi a Gesù? Quale è la nostra preghiera? Parte da cuore puro e retto? Mortifichiamo i nostri sensi? E amiamo Gesù?

Proposito. – Nell’Ottava dell’Epifania farò frequenti atti di fede e di amore verso Gesù Eucaristico.

Preghiera. – «Riconosciamo nei Magi, che adorano il Bambino Gesù il principio della nostra vocazione e della nostra fede; e celebriamo con cuori pieni di gioia l’inizio della nostra salvezza perché da quel momento si è aperta per noi la via al Regno celeste» (S. Leone Magno). Perciò recitiamo l’oremus della Chiesa: «O Dio, che oggi hai manifestalo ai popoli gentili il Tuo Figlio Unigenito con la guida di una stella, concedi benigno che, dopo averTi conosciuto mediante la fede, possiamo giungere a contemplarTi nello splendore della Tua eterna Maestà. Per lo stesso nostro Signore Gesù».

Giacomo Alberione