Luce nelle tenebre

LUCE CHE SPLENDE NELLE TENEBRE

Carissime Annunziatine,

anche quest’anno ci incamminiamo a passi veloci verso Natale. L’Avvento ci conduce a questa notte luminosissima, quando appare al «mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo» (Gv 1,9).
Notte in cui la solenne Liturgia ci fa celebrare, nell’unico Mistero, anche quella luce misteriosa che siamo ancora incapaci di contemplare. Quello stesso fulgore del Venerdì Santo quando «a mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio» (Mt 27,45; Mc 15,33; Lc 23,44).
Nella nostra povertà di fede abbiamo bisogno che ci venga anticipata un po’ di luce, altrimenti come potremmo arrivare fino alla fine della notte!
La mezzanotte di Natale si rispecchia nel mezzogiorno della Croce. Qui c’è la luce nel mezzo della notte, lì c’è il buio nel mezzo del giorno. Dio si mostra celandosi ma, nascondendosi, ci manifesta la sua infinita misericordia.
Davanti a questo mistero con gioia e semplicità dobbiamo esclamare con S. Alfonso de’ Liguori «quanto ti costò l’avermi amato … giacché ti fece Amor povero ancora».

Luce che vince le tenebre

Gesù è nato nel mezzo della notte, ma continua a nascere nel buio più pieno: «mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo rapido corso» (Sap 18,14).
Il Libro della Sapienza ci parla anche del Natale e non solo dell’antica Pasqua. Assieme ai pastori, ci indica un bimbo in fasce: quello è il nostro Salvatore.
Ma noi vorremmo vedere un guerriero forte e potente per vincere la notte. Infatti, continua il Libro della Sapienza: «la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, portando, come spada affilata, il tuo decreto irrevocabile» (Sap 18,15).
Ancora una volta l’infinita misericordia di Dio ci sorprende: nel venire incontro alla nostra fragilità umana, manda un bambino ad illuminare le nostre tenebre e scacciare le nostre paure. «Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere» (Is 9,5).
È lui il guerriero implacabile che porta il decreto irrevocabile: la morte è vinta, per sempre. Per questo possiamo cantare nella sequenza di Pasqua: «Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello» (Mors et vita duello / conflixere mirando).

Gesù illumina chi gli è vicino

Questo inerme bambino è colui che vince l’ultimo nemico: la morte. «È necessario infatti che egli regni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi. L’ultimo nemico a essere annientato sarà la morte» (1Cor 15,25-26).
Ascendendo al Cielo, e in tutti coloro che sono uniti alla sua risurrezione, già è vinta la morte. «Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita» (Eb 3,14-15).
La Liturgia natalizia nella notte ci fa celebrare con gioia quella stessa luce che anticipa quella di Pasqua: il legno della mangiatoia richiama quello della Croce.
Ma la luce vittoriosa è tale solo per coloro che rimangono vicino a Gesù, per gli altri è ancora notte.
Per i Pastori c’è luce, per gli altri rimane la notte. Per i Discepoli che rimangono uniti a Gesù c’è luce (anche se turbati). Gli altri, quelli che non l’accolgono (cfr. Gv 1,9-10), anche oggi rimangono nella notte e sono nelle tenebre. Anche quelli che abbandonano tornano nelle tenebre. «Ed era notte» dice l’evangelista  quando Giuda esce dal cenacolo (Gv 13,30b).
La luce di una candela se la poniamo troppo vicino ai nostri occhi non ci permette di vedere lontano, ci fa sembrare tutto più buio e imperscrutabile. Mentre se è un po’ distante, o se c’è uno schermo che ci protegga dalla luce diretta, illumina e possiamo vedere intorno.
Anche spiritualmente avviene così, non possiamo vedere la luce divina direttamente con i nostri occhi, rimaniamo abbacinati, ma senza quella luce sprofondiamo nelle tenebre. Infatti dice il salmo 35 «alla tua luce vediamo la luce» subito dopo aver detto «È in te la sorgente della vita» (Sl 35,10).

Luce gentile

A Natale anche noi possiamo dire che abbiamo veduto, abbiamo contemplato, abbiamo toccato il “Verbo della Vita” (cfr. 1Gv 1,1). Il Maestro Divino, nascondendosi nel velo di fragile carne, si è reso visibile ai nostri deboli occhi.
Tuttavia, come ai pastori, un raggio di luce illumina le nostre menti ed i nostri cuori squarciando le tenebre quel tanto che permette di riconoscere quel Maestro che regna nella mitezza e nell’umiltà. Egli insegna con dolce autorità scrutando i nostri cuori e illuminandoli con la sua luce gentile. Infine “come agnello mansueto” (Ger 11,19; Is 53,7) riscatta ogni uomo dalle tenebre della morte.  Ma, insieme, la sua luce si nasconde, facendosi bambino, facendosi silenzio.
Nelle tenebre del Mistero si rivela a coloro che si lasciano illuminare, come Dio Padre Misericordioso, Verbo Figlio Salvatore, Spirito Santo d’amore. A Natale come a Pasqua si disvela la pienezza della Rivelazione, per coloro che lo hanno accolto si manifesta la pienezza della sua gloria (cfr. Gv 1,12.14).
Nell’umile luce della lampada che brilla nell’oscurità possiamo contemplare il mistero della Trinità.
«… l’olio è l’immagine di Dio Padre; lo stoppino, è l’immagine di Dio Figlio; lo stoppino, c’è perché il fuoco non bruci tutto d’un colpo l’olio: è Gesù che impedisce alla collera di Dio di scoppiare, che concilia l’uomo con Dio; e il fuoco, è lo Spirito Santo Dio, che fa conoscere Dio all’uomo, che lo riscalda, gli dà la luce e la vita. La luce attira l’uomo a Dio e nello stesso tempo gli mostra Dio» (dagli Scritti di sr. Maria di Gesù Crocifisso, 1846-1878).
Maria e Giuseppe hanno accolto e contemplato il Verbo della Vita e nel presepe ci insegnano come avvicinarci a lui con gioia ed umiltà del cuore, della mente e delle nostre azioni.
Buon Natale in Gesù Bambino, Divin Maestro Via Verità e Vita.

Don Gino

Coroncine

CORONCINE SETTIMANALI

DOMENICA: A GESU’ MAESTRO
Nella disposizione delle coroncine adottiamo l’ordine della liturgia, secondo la quale – d’accordo con una consuetudine che risale all’epoca apostolica – la settimana inizia con la domenica.

1. Gesù, Maestro divino, ti adoriamo come verbo incarnato, mandato dal Padre per ammaestrare gli uomini nelle verità che dànno la vita. Tu sei la Verità increata, l’unico Maestro; tu solo hai parole di vita eterna. Ti ringraziamo per aver acceso in noi il lume della ragione e il lume della fede e averci chiamati al lume della gloria. Noi crediamo, sottomettendo tutta la nostra mente a te ed alla Chiesa, e condanniamo quanto la Chiesa condanna. Maestro, mostraci i tesori della tua sapienza, facci conoscere il Padre, rendici veri tuoi discepoli. Accresci la nostra fede perché possiamo pervenire all’eterna visione in cielo.

O Gesù Maestro, Via Verità e Vita: abbi pietà di noi.

2. Gesù, Maestro divino, ti adoriamo come il Diletto del Padre, Via unica per andare a lui. Ti ringraziamo perché ti sei fatto nostro modello; hai lasciato esempi della più alta perfezione; hai invitato gli uomini a seguirti sulla terra ed in cielo. Noi ti contempliamo nei vari tratti della vita terrena; ci mettiamo docilmente alla tua scuola e condanniamo ogni morale diversa dalla tua. Attraici a te, perché camminando sulle tue orme e rinunciando a noi stessi, cerchiamo unicamente la tua volontà. Accresci in noi la speranza operosa e il desiderio di essere trovati nel giudizio simili a te e possederti per sempre in cielo.

O Gesù Maestro, Via Verità e Vita: abbi pietà di noi.

3. Gesù, Maestro divino, ti adoriamo come l’Unigenito di Dio, venuto al mondo per dare agli uomini la Vita, e la Vita più abbondante. Ti ringraziamo perché morendo sulla croce ci hai meritato la vita, che ci comunichi nel battesimo e nutri nell’Eucarestia e negli altri sacramenti. Vivi in noi, o Gesù, con l’effusione dello Spirito Santo, onde possiamo amarti con tutta la mente, tutte le forze, tutto il cuore; e amare il prossimo come noi stessi per amor tuo. Accresci in noi la carità, perché un giorno richiamati dal sepolcro alla vita gloriosa, siamo a te uniti nel gaudio eterno del cielo.

O Gesù Maestro, Via Verità e Vita: abbi pietà di noi.

4. Gesù, Maestro divino, ti adoriamo vivente nella Chiesa, tuo corpo mistico e nostra unica arca di salvezza. Ti ringraziamo di averci dato questa Madre infallibile e indefettibile, nella quale tu continui ad essere per gli uomini Via, Verità e Vita. Ti supplichiamo perché tutti gli infedeli vengano alla sua luce inestinguibile, gli erranti ritornino ad essa, e tutto il genere umano sia unito nella fede, nella comune speranza, nella carità. Esalta la Chiesa, assisti il Papa, santifica i sacerdoti e le anime a te consacrate. Signore Gesù, il nostro sospiro è il tuo: si faccia un solo ovile sotto un solo pastore perché tutti possiamo riunirci nella Chiesa trionfante in cielo.

O Gesù Maestro, Via Verità e Vita: abbi pietà di noi.

5. Gesù, Maestro divino, ti adoriamo con gli angeli che cantarono i motivi della tua incarnazione: « Gloria a Dio e pace agli uomini ». Ti ringraziamo di averci chiamati a partecipare al medesimo tuo apostolato. Accendi in noi la tua stessa fiamma dello zelo per Dio e per le anime. Riempi di te tutto il nostro essere: vivi in noi perché ti irradiamo con l’apostolato della preghiera e della sofferenza, delle edizioni e della parola, dell’esempio e delle opere. Manda buoni operai alla tua messe; illumina i predicatori, i maestri, gli scrittori; effondi in essi lo Spirito Santo; disponi le menti ed i cuori ad accoglierlo. Vieni, Maestro e Signore! Insegna e regna, per Maria, Madre, Maestra e Regina.

O Gesù Maestro, Via Verità e Vita: abbi pietà di noi.

LUNEDI’ A SAN PAOLO APOSTOLO
Nel primo lunedì ci accostiamo a san Paolo per conoscerlo e pregarlo, per ottenere e formare buone vocazioni,
per chiedere lo spirito di apostolato per noi e per i Cooperatori.

1. Ti ringrazio, o Gesù, per la grande misericordia concessa a san Paolo nel mutarlo da fiero persecutore in ardente apostolo della Chiesa. E tu, o grande santo, ottienimi un cuore docile alla grazia, la conversione dal mio difetto principale e una piena configurazione a Gesù Cristo.

San Paolo apostolo: prega per noi.

2. Ti ringrazio, o Gesù, per aver eletto l’apostolo Paolo a modello e predicatore della santa verginità. E tu, o San Paolo, caro mio padre, custodisci la mia mente, il mio cuore, i miei sensi, perché possa conoscere, amare, servire soltanto Gesù, e consacrare alla sua gloria tutte le mie forze.

San Paolo apostolo: prega per noi.

3. Ti ringrazio, o Gesù, per aver dato, per mezzo di San Paolo, esempi ed insegnamenti di perfetta obbedienza. E tu, o grande santo, ottienimi umile docilità a tutti i miei superiori, sicuro che nell’obbedienza troverò la vittoria contro i miei nemici.

San Paolo apostolo: prega per noi.

4. Ti ringrazio, o Gesù, per avermi insegnato, con le opere e con le parole di san Paolo, il vero spirito di povertà. E tu, o grande santo, otiienimi lo spirito evangelico della povertà, affinché, dopo averti imitato in vita, possa esserti compagno nella gloria in cielo.

San Paolo apostolo: prega per noi.

5. Ti ringrazio, o Gesù per aver dato a san Paolo un cuore pieno di amore a Dio e alla Chiesa, e di aver salvato per il suo zelo tante anime. E tu, o nostro amico, ottienimi vivo desiderio di esercitare l’apostolato della comunicazione sociale, della preghiera, dell’esempio, delle opere e della parola, perché possa meritare il premio promesso ai buoni apostoli.

San Paolo apostolo: prega per noi.

Ai santi apostoli Pietro e Paolo

1. Ti benedico, o Gesù buon Pastore, perché ti sei formato in Pietro e Paolo i due massimi pastori della Chiesa ed hai salvato per il loro ministero innumerevoli fratelli. E voi, o santi apostoli, intercedete per me il dono della conversione e un grande amore alla mia vocazione.
O santi apostoli Pietro e Paolo, pregate per noi e per la Chiesa di Gesù Cristo.

2. Ti benedico, o Gesù buon Pastore, che hai dato a Pietro e Paolo un grande amore a Dio e agli uomini. E voi, o santi apostoli, ottenetemi da Gesù e da Maria un cuore verginale e la grazia di consacrare al Signore tutte le mie forze.
O santi apostoli Pietro e Paolo, pregate per noi e per la Chiesa di Gesù Cristo.

3. Ti benedico, o Gesù buon Pastore, perché hai eletto i santi Pietro e Paolo predicatori e modelli di povertà. E voi, o nostri potenti protettori, otteneteci da Gesù e da Maria l’amore alla povertà perché possiamo ereditare i beni del cielo.
O santi apostoli Pietro e Paolo, pregate per noi e per la Chiesa di Gesù Cristo.

 4. Ti benedico, o Gesù buon Pastore, perché pasci e guidi il tuo popolo per mezzo di coloro che ti rappresentano. E voi, o santi apostoli Pietro e Paolo, ottenetemi lo spirito di obbedienza, sicura che per essa giungerò alla salvezza.
O santi apostoli Pietro e Paolo, pregate per noi e per la Chiesa di Gesù Cristo.

5. Ti benedico, o Gesù buon Pastore, che hai coronato la vita dei santi apostoli con glorioso martirio. E voi, o nostri custodi, ottenetemi la grazia di esercitare l’apostolato della preghiera, del buon esempio, della sofferenza e dell’azione pastorale e di raggiungere il premio preparato ai buoni apostoli.
O santi apostoli Pietro e Paolo, pregate per noi e per la Chiesa di Gesù Cristo.

MARTEDI’ alle anime del purgatorio
Il primo martedì è dedicato alle anime del purgatorio per recare a loro suffragio e per evitare a noi le pene del purgatorio.

1. O Signore, mio creatore e redentore, io credo che nella tua giustizia e misericordia hai disposto il purgatorio per le anime che passano all’eternità prima di aver soddisfatto del tutto i debiti di colpa o di pena. E credo che nella tua misericordia accetti i suffragi, specialmente il sacrificio della Messa, per loro sollievo e liberazione. Ravviva in me la fede e infondimi sentimenti di pietà verso questi cari fratelli dolenti.

L’eterno riposo…

2. O Signore, Gesù Cristo, re della gloria, per l’intercessione di Maria e di tutti i santi, libera dalle pene del purgatorio le anime dei fedeli defunti. E tu, o san Michele, principe della milizia celeste, guidale nella luce santa promessa dal Signore ad Abramo e alla sua discendenza. Ti offro, o Signore, sacrifici e preghiere di lode; tu accettali per quelle anime, e ammettile alla luce e alla gioia eterna.

L’eterno riposo…

3. O Gesù, Maestro buono, ti supplico per le anime verso le quali ho più stretti doveri di riconoscenza, giustizia, carità, parentela: i genitori, i benefattori spirituali e corporali, i congiunti. Ti raccomando le persone che sulla terra hanno avuto maggiori responsabilità: i sacerdoti, i governanti, i superiori, i religiosi. Ti prego ancora per le anime dimenticate e per le più devote di Gesù Maestro, della Regina degli Apostoli, di san Paolo apostolo. Degnati di chiamarle presto alla celeste beatitudine.

L’eterno riposo…

4. Ti ringrazio, o Gesù, Maestro divino, disceso dal cielo a sollevare l’uomo da tanti mali con la tua dottrina, santità e morte. Ti supplico per le anime che si trovano in purgatorio a causa della stampa, del cinema, della radio e televisione. Confido che queste anime, una volta liberate dalle loro pene e ammesse all’eterno gaudio, ti preghino e supplichino per il mondo moderno, affinché i tanti beni, che ci hai elargiti per l’elevazione della vita presente, siano pure adoperati per l’apostolato e la vita eterna.

L’eterno riposo…

5. O Gesù misericordioso, per la tua dolorosa passione e per l’amore che mi porti, ti prego , ti perdonarmi le pene meritate per questa o l’altra vita con i miei molti peccati. Concedimi spirito di penitenza, delicatezza di coscienza, odio a ogni venialità deliberata e le disposizioni necessarie per l’acquisto delle indulgenze. Io m’impegno a suffragare le anime purganti in quanto posso; e tu, Bontà infinita, infondimi un fervore sempre più vivo perché l’anima mia, sciolta dai vincoli del corpo, sia ammessa a contemplarti per sempre in cielo.

L’eterno riposo…

ATTO EROICO DI CARITÀ

O mio Dio, per la tua maggior gloria, in unione ai meriti di Gesù e di Maria,
io ti offro e cedo per le anime del purgatorio la parte soddisfatoria di tutto il bene che farò,
e tutti i suffragi che riceverò dopo la mia morte.
Disponi tutto secondo la tua divina volontà.

MERCOLEDI’ a San Giuseppe
Il primo mercoledì è dedicato a san Giuseppe, con tre fini: protezione sopra la Chiesa universale; assistenza su ciascuno di noi e una buona morte per tutti gli agonizzanti del mese; la divina Provvidenza in tutti i bisogni.

1. O san Giuseppe, fedele cooperatore nella nostra redenzione, abbi pietà della povera umanità ancora avvolta in tanti errori, vizi e superstizioni. Tu fosti docile strumento nelle mani del Padre celeste a disporre tutto per la nascita, la fanciullezza di Gesù e la preparazione della Vittima, del Sacerdote, del Maestro divino agli uomini. O santo docilissimo al volere di Dio, ottienici zelo per le vocazioni e la loro formazione. Per noi ti chiediamo generosa e costante corrispondenza al prezioso dono della chiamata di Dio.

San Giuseppe, prega per noi.

2. O san Giuseppe, modello di ogni virtù, ottienici il tuo spirito interiore. Nel silenzio amoroso ed operoso, nella pratica di tutte le prescrizioni religiose e sociali, nella docilità a tutto il volere di Dio, hai raggiunto un altissimo grado di santità e di gloria celeste. Ottienici aumento di fede, speranza e carità; larga infusione delle virtù cardinali; abbondanza dei doni dello Spirito Santo.

San Giuseppe, prega per noi.

3. O san Giuseppe, ti veneriamo come il modello dei lavoratori, l’amico dei poveri, il consolatore dei sofferenti ed emigrati, il santo della Provvidenza. Sopra la terra hai rappresentato la bontà e la premura universale del Padre celeste. Fosti il fabbro di Nazaret e maestro di lavoro al Figlio di Dio, fattosi umile lavoratore per noi. Soccorri con le tue preghiere quanti faticano nel lavoro intellettuale, morale e materiale. Alle nazioni ottieni una legislazione conforme al Vangelo, lo spirito di carità cristiana, un ordinamento conforme a giustizia e pace.

San Giuseppe, prega per noi.

4. O san Giuseppe, padre putativo di Gesù, benedico il Signore per le intime tue comunicazioni con lui durante la sua infanzia e giovinezza a Betlemme, in Egitto, a Nazaret. Lo hai paternamente amato e sei stato filialmente riamato. La tua fede ti faceva adorare in lui il Figlio di Dio incarnato, mentre egli ti ubbidiva, ti serviva, ti ascoltava. Avevi con lui soavi conversazioni, comunanza di lavoro, grandi pene e dolcissime consolazioni. Ottienimi la grazia di mai offendere e perdere Gesù col peccato. Prega per me che possa sempre comunicarmi e confessarmi bene, arrivare a una grande intimità e a un amore tenero e forte verso Gesù, sopra la terra, , ed a possederlo per sempre in cielo.

San Giuseppe, prega per noi.

5. O san Giuseppe, sposo purissimo di Maria, umilmente ti preghiamo di ottenerci una vera devozione alla nostra tenera Madre, Maestra e Regina. Per divina volontà, la tua missione fu asociata a quella di Maria. Con Maria dividesti pene e gioie; con lei vi fu una santa emulazione di virtù, di lavoro e di meriti; unione di mente e di cuore. O san Giuseppe, prega per i padri e le madri di famiglia. Ottienici la grazia di conoscere la santissima Vergine Maria, di imitarla, amarla e pregarla sempre. Attira tante anime al suo cuore materno.

San Giuseppe, prega per noi.

6. O san Giuseppe, protettore degli agonizzanti, ti supplichiamo per tutti i morenti, e per la tua assistenza nell’ora della nostra morte. Tu meritasti un transito felice con una santa vita e nelle tue ultime ore avesti l’ineffabile consolazione dell’assistenza di Gesù e Maria. Liberaci dalla morte improvvisa; concedici la grazia di imitarti in vita, di distaccare il cuore da ogni cosa mondana e raccogliere ogni giorno tesori per il momento della morte. Fa’ che allora possiamo ricevere bene i sacramenti degli infermi e con Maria ispiraci sentimenti di fede, speranza, carità e dolore dei peccati, perché spiri in pace l’anima nostra.

San Giuseppe, prega per noi.

7. O san Giuseppe, protettore della Chiesa universale, volgi benigno lo sguardo sopra il Papa, i Vescovi, i Sacerdoti, i religiosi, i cristiani; prega per la santificazione di tutti. La Chiesa è frutto del sangue di Gesù, tuo Figlio putativo. Affidiamo a te le nostre suppliche per l’estensione, la libertà, l’esaltazione della Chiesa. Difendila dagli errori, dal male e dalle forze dell’inferno come un giorno salvasti l’insidiata vita di Gesù dalle mani di Erode. Si avveri il sospiro di Gesù: un solo ovile sotto un solo pastore.

San Giuseppe, prega per noi.

GIOVEDI’ : all’Angelo custode
Il primo giovedì è dedicato all’angelo custode: per conoscerlo; per essere liberati dalle suggestioni del demonio nei pericoli spirituali e materiali; per seguirlo nella sua premurosa cura per condurci con lui in cielo.

1. Padre celeste, ringrazio la tua infinita bontà per avermi affidato, fin dal momento in cui l’anima mia è uscita dalle tue mani creatrici, ad un angelo affinché mi illumini, custodisca, regga e governi. E ringrazio anche te, mio angelo custode, che mi accompagni ogni giorno nel viaggio di ritorno al Padre celeste. Le tue sante ispirazioni, la continua difesa dai pericoli spirituali e corporali, le tue potenti preghiere presso il Signore sono per me un grande conforto e sicura speranza.

Angelo di Dio che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato dalla Pietà Celeste. Amen

2. Angelo mio custode, tu che sempre contempli il Signore e che mi vuoi tuo concittadino in cielo, ti prego di ottenermi dal Signore perdono perché tante volte sono stato sordo ai tuoi consigli, ho peccato alla tua presenza, tanto poco mi ricordo che sempre mi sei vicino.

Angelo di Dio…

3. Angelo mio custode, fedele e forte in virtù, tu sei uno degli angeli che in cielo, guidati da san Michele, vinsero satana e i suoi seguaci. La lotta di un giorno in cielo continua ora sopra la terra: il principe del male e i suoi seguaci sono contro Gesù Cristo, e insidiano le anime.
Prega l’immacolata Regina degli Apostoli per la Chiesa, la città di Dio che combatte contro la città di satana. O san Michele arcangelo, difendici con tutti i tuoi seguaci nella lotta; sii nostra forza contro la malizia e le insidie del demonio. Che il Signore lo soggioghi! E tu, principe della corte celeste, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che percorrono il mondo per la perdizione delle anime.

Angelo di Dio…

4. O angeli del Paradiso, custodite scrittori, tecnici e propagandisti delle tecniche audiovisive e tutti coloro che le usano. Difendeteli dal male, guidateli nella verità, ottenete loro la vera carità. Chiedete al Signore, per l’apostolato di queste tecniche, le vocazioni necessarie e accompagnatele nella loro delicata missione. Ispirate a tutti di contribuire con l’azione, la preghiera e le offerte all’apostolato della comunicazione sociale. Illuminate, custodite, reggete e governate il mondo delle tecniche audiovisive, perché serva ad elevare il livello della vita presente e a orientare l’umanità verso i beni eterni.

Angelo di Dio…

5. O angeli tutti del Signore, voi siete chiamati a fare nobile corte, dare lode e benedire incessantemente l’augusta Trinità, a riparare alle nostre dimenticanze. Siete i veri amatori di Dio e delle anime e continuate il canto: « gloria a Dio nel cielo altissimo e pace in terra agli uomini di buona volontà ». Vi supplichiamo per l’umanità intera perché conosca il vero e solo Dio, il Figlio da lui inviato e la Chiesa, colonna di verità. Pregate perché sia santificato il nome di Dio, venga il regno di Gesù Cristo e si compia la sua volontà, come in cielo così in terra. Stendete la vostra protezione sopra i governanti, i lavoratori, i sofferenti; ottenete benedizioni e salvezza a tutti quelli che cercano la verità, la giustizia e la pace.

Angelo di Dio…

VENERDI’: al Sacro Cuore di Gesù
Il primo venerdì è dedicato al cuore di Gesù per conoscere, stimare e corrispondere ai suoi grandi doni: il Vangelo, l’Eucaristia, la Chiesa, il Sacerdozio, lo Stato Religioso, Maria santissima, la stessa sua vita.

O Gesù, nostro Maestro io indegno peccatore, prostrato innanzi a te, adoro il tuo cuore, che tanto ha amato gli uomini e nulla ha risparmiato per essi. Io credo al tuo amore infinito per noi. Ti ringrazio dei grandi doni che per amore facesti agli uomini, specialmente: il Vangelo, la Eucaristia la Chiesa, il Sacerdozio, lo Stato Religioso, Maria come madre, la tua stessa vita.

1. O Gesù, Maestro divino, ringrazio e benedico il tuo cuore generosissimo per il grande dono del Vangelo. Tu hai detto: « sono stato mandato a evangelizzare i poveri ». Le tue parole portano la vita eterna. Nel Vangelo hai svelato misteri divini, insegnato la via di Dio con veracità, offerto i mezzi di salvezza. Concedimi la grazia di custodire il tuo Vangelo con venerazione, di ascoltarlo e leggerlo secondo lo spirito della Chiesa e diffonderlo con l’amore con cui tu lo hai predicato. Che esso sia conosciuto, onorato, accolto da tutti! Che il mondo conformi ad esso la vita, le leggi, i costumi, le dottrine! Che il fuoco da te portato sopra la terra tutti accenda, illumini, riscaldi.

Dolce cuore del mio Gesù, fa’ ch’io t’ami sempre più.

2. O Gesù, Maestro divino, ringrazio e benedico il tuo cuore amorosissimo per il gran dono dell’Eucarestia. Il tuo amore ti fa dimorare nel santo tabernacolo, rinnovare la tua passione nella Messa, darti in cibo alle nostre anime nella Comunione. Che io ti conosca, o Dio nascosto! Che io attinga acque salutari alla fonte del tuo cuore! Concedimi di visitarti ogni giorno in questo sacramento; di comprendere e partecipare attivamente alla santa Messa; di comunicarmi spesso e con le dovute disposizioni.

Dolce cuore…

3. O Gesù, Maestro divino, benedico e ringrazio il tuo cuore dolcissimo per il grande dono della Chiesa. Essa è la Madre che ci istruisce nella verità, ci guida nella via del cielo, ci comunica la vita soprannaturale. Essa continua la tua medesima missione salvatrice sopra la terra, come tuo Corpo Mistico. È l’arca della salvezza; è infallibile, indefettibile, cattolica. Concedici la grazia di amarla, come tu l’hai amata e santificata nel tuo sangue. Che il mondo la conosca, che ogni pecorella entri nel suo ovile, che tutti cooperino umilmente al tuo Regno.

Dolce cuore…

4. O Gesù, Maestro divino, ringrazio e benedico il tuo cuore amantissimo per l’istituzione del Sacerdozio. I sacerdoti sono mandati da te, come tu fosti mandato dal Padre. Ad essi hai consegnato i tesori della tua dottrina, della tua legge, della tua grazia, le anime stesse. Concedimi la grazia di amarli, di ascoltarli, di lasciarmi guidare da loro nelle tue vie. Manda buoni operai alla tua messe, o Gesù. Siano i sacerdoti sale che purifica e preserva; siano la luce del mondo; siano la città posta sul monte; siano tutti fatti secondo il tuo cuore; abbiano un giorno in cielo attorno a sé, come corona e gaudio, un largo stuolo di anime conquistate.

Dolce cuore…

5. O Gesù Maestro divino, ringrazio e benedico il tuo santissimo cuore per l’istituzione dello Stato Religioso. Come in cielo, così in terra, sono molte le mansioni. Hai scelto i figli della tua predilezione; li hai chiamati alla perfezione evangelica; ti sei fatto loro esempio, loro aiuto, loro premio. Moltiplica, o cuore divino, le vocazioni religiose: sostienile nella fedele osservanza dei consigli evangelici; siano le aiuole più profumate della Chiesa, siano le anime che ti consolano, che pregano, che zelano la tua gloria con ogni apostolato.

Dolce cuore…

6. O Gesù, Maestro divino, ringrazio e benedico il tuo cuore pietosissimo per averci donato Maria SS. come Madre, Maestra e Regina. Dalla croce tu ci hai posti tutti nelle sue mani; le hai dato un gran cuore, una grande sapienza, un grande potere. Che l’umanità intera la conosca, l’ami, la preghi! Che tutti si lascino da lei condurre a te, Salvatore degli uomini! Io mi metto nelle sue mani, come ti sei messo tu. Con questa Madre adesso, nell’ora della mia morte per l’eternità.

Dolce cuore…

7. O Gesù, Maestro divino, ringrazio e benedico il tuo Cuore mitissimo, che ti spinse a dare la vita per me. Il tuo sangue, le tue piaghe, i flagelli, le spine, la croce, il tuo capo inclinato dicono al mio cuore: «Nessuno ama più di chi dà la vita per l’amato». Il pastore è morto per dare la vita alle pecorelle. Anch’io voglio spendere la mia vita per te; fa’ che sempre, in tutto, ovunque, tu possa disporre di me secondo la tua maggior gloria e sempre io ripeta: « Sia fatta la tua volontà ». Infiamma il mio cuore di santo amore per te e per le anime.

Dolce cuore…

SABATO: alla Regina degli Apostoli
Il primo sabato è per conoscere, amare, imitare, pregare sempre di più la regina, madre e maestra nostra, Maria.

1. Amabilissima Regina del cielo e della terra, figlia prediletta del Padre, eccelsa Madre del divin Figlio, inclita sposa dello Spirito Santo,
io venero e lodo quel privilegio unico al mondo, per cui, piacendo al Signore nella tua umiltà e fede, conservando la più illibata verginità, divenisti la grande Madre del divin Salvatore, nostro Maestro, luce vera del mondo, sapienza increata, fonte di ogni verità e primo apostolo delle verità.
Hai dato al mando a leggere il libro: il Verbo eterno. Per il gaudio ineffabile che provasti e per quel privilegio così sublime, benedico l’augusta Trinità e ti prego di ottenermi la grazia della sapienza celeste, di essere umile e fervente discepolo di Gesù, figlio devoto della Chiesa, colonna di verità. Fa’ risplendere sui confini più lontani del mondo la luce del Vangelo, sconfiggi gli errori, raduna attorno alla cattedra di Pietro tutti gli uomini. Illumina i dottori, i predicatori, gli scrittori, o Madre del buon Consiglio, o sede della Sapienza, o Regina dei santi.

Regina degli Apostoli, prega per noi.

2. O Maria, Regina degli angeli tutti, piena di grazia, concepita senza macchia, benedetta fra le creature, tabernacolo vivente di Dio, ricorda il doloroso e solenne istante in cui il moribondo Gesù dalla croce ti donò per figlio Giovanni, e in lui tutti gli uomini e specialmente tutti gli apostoli. Quale tenerissima carità inondò in quel momento il tuo cuore per le anime consacrate all’apostolato, alla sequela della croce, all’amore di Gesù. Per i dolori ineffabili tuoi e del tuo divin Figlio, per il tuo cuore di Madre, o Maria, accresci la gloriosa schiera degli apostoli, dei missionari, dei sacerdoti, delle vergini. Risplenda in questa schiera la santità della vita, l’integrità dei costumi, la solida pietà, l’umiltà più profonda, la fede più ferma, la carità più ardente. Siano tutti santi, sale purificante della terra e luce del mondo.

Regina degli Apostoli, prega per noi.

3. O Vergine candidissima, augusta regina dei Martiri, stella del mattino, sicuro rifugio dei peccatori, rallegrati per i giorni in cui sedesti Maestra, conforto e Madre degli Apostoli nel cenacolo, per invocare ed accogliere il divin Paraclito, lo Spirito coi sette doni, Amore del Padre e del Figlio, rinnovatore degli apostoli. Per la tua stessa onnipotenza supplichevole, per quelle tue umili ed irresistibili preghiere che commuovono sempre il cuore di Dio, ottienimi la grazia di comprendere il valore delle anime, che Gesù Cristo riscattò dall’inferno col suo preziosissimo sangue. Possa ognuno di noi entusiasmarsi per la bellezza dell’apostolato cristiano; la carità di Cristo ci sospinga, ci commuovano le miserie spirituali della povera umanità. Fa’ che sentiamo nel nostro cuore i bisogni della fanciullezza, della gioventù, della virilità, della vecchiaia; che la grande Africa, l’immensa Asia, la promettente Oceania, la travagliata Europa, le due Americhe esercitino un fascino potente sulle nostre anime; che l’apostolato dell’esempio e della parola, della preghiera e della stampa, del cinema, della radio e della televisione, delle anime purganti, conquisti tanti cuori generosi, fino ai più penosi sacrifici; o Madre della Chiesa, o Regina degli Apostoli, o avvocata nostra, a te sospiriamo, gementi in questa valle di lacrime.

Regina degli Apostoli, prega per noi.

4. O nostra tenera Madre Maria, porta del cielo, sorgente di pace e di letizia, aiuto dei cristiani, fiducia dei moribondi e speranza anche dei disperati, io penso al momento fortunato per te in cui lasciasti la terra per volare fra le braccia benedette di Gesù. Fu la predilezione onnipotente di Dio che bella e immortale ti assunse al cielo. Ti vedo esaltata sopra gli angeli e i santi, i confessori e i vergini, gli apostoli e i martiri, i profeti e i patriarchi, e anch’io dal fango delle mie colpe oso unire la voce di un colpevole indegno, ma pentito, per lodarti e benedirti. O Maria, convertimi una buona volta. Dammi una vita penitente, perché possa avere una morte santa e possa un giorno confondere con quella dei santi la mia voce e lodarti in paradiso. Io mi consacro a te e per te a Gesù; rinnovo qui consapevole e alla presenza di tutta la corte celeste, le promesse fatte nel santo battesimo. Ripeto il proposito, che depongo nel tuo cuore, di lottare contro il mio amor proprio e far guerra senza tregua al mio difetto principale, che tante volte mi ha gettato nella colpa. O Maria, procurati la gloria più bella, cambia un gran peccatore in un gran santo, o rifugio dei peccatori, o stella del mattino, o consolatrice degli afflitti.

Regina degli Apostoli, prega per noi.

5. O Maria, stella del mare, mia dolce sovrana, nostra vita e regina della pace, quanto fu grande e quanto dolce il giorno in cui l’augusta Trinità ti incoronò regina del cielo e della terra, dispensiera di tutte le grazie, Madre nostra amabilissima: quale trionfo per te! quale felicità per gli angeli, per i santi, per la terra, per il purgatorio! Lo so, o Maria, chi ti ama sarà salvo e chi ti ama tanto sarà santo e parteciperà un giorno al tuo trionfo in cielo. Io non dubito della tua clemenza, né della tua potenza, temo la mia incostanza nel pregarti. Ottienimi la perseveranza, o Maria; sii la mia salvezza. Sento le mie passioni, il demonio, il mondo.

O Maria, tienimi stretto a te ed al tuo Gesù! Non lasciarmi cadere, non ti allontanare un istante, o Madre. È dolce rivolgere a te il primo sguardo al mattino, camminare sotto il tuo manto nel giorno, addormentarmi sotto il tuo sguardo la sera. Tu hai sorrisi per i fanciulli innocenti, robustezza per la gioventù che lotta, luce per la virilità che lavora, conforto per la vecchiaia che attende il cielo. O Maria, a te consacro la vita intera, prega per me adesso e nell’estrema lotta sul letto di morte. Accogli l’anima mia quando sarà spirata e non lasciarmi che quando io potrò prostrarmi al tuo trono in cielo, per amarti tutta l’eternità. Maria, mia regina, mia avvocata, mia dolcezza, ottienimi la santa perseveranza.

Regina degli Apostoli, prega per noi.

ATTO DI CONSACRAZIONE A MARIA SS.MA

Io sono tutto tuo, e tutto quanto posseggo te lo offro,
amabile mio Gesù, per mezzo di Maria, tua santissima Madre.

Tutta l’esistenza di Don Alberione fu una trama intessuta di azione apostolica e di preghiera, secondo il motto benedettino che gli era familiare, e che tradusse come norma per i suoi: «L’orazione prima di tutto, sopra tutto, vita di tutto» (CISP 97). E come Gesù, ai Dodici che lo supplicavano di insegnare loro a pregare, propose la formula del “Padre nostro”, così Don Alberione – vivendo intensamente egli stesso la preghiera – la insegnò ai suoi, tramite formule ritenute veicoli concreti di uno spirito, “contenitori” di un deposito destinato a durare. Le preghiere che qui riportiamo (tratte da “Le preghiere della Famiglia Paolina”, Roma 1998) sono un piccolo campione delle formule esprimenti la sua fede in Dio, la sua devozione alle persone di Cristo, di Maria, di San Paolo, e lo spirito che egli intendeva trasfondere.

Preghiere tratte dal Libro delle preghiere della Famiglia Paolina

 

 

Assunzione di Maria

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ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Icona assunzione

La festa dell’Assunta ci ricorda che Maria è in paradiso in anima e corpo. E’ glorificato anche il suo corpo accanto al corpo del suo Figlio divino,Gesù. Perché? Perché sulla terra furono santificati al massimo il corpo del Salvatore divino e il corpo dell’immacolata nostra Madre Maria.
Bisogna santificare anima e corpo (APD 1955,10).
La vita presente è per l’eternità; e l’eternità sarà tanto felice quanto è buona la vita. Maria è la madre per aiutarti a vivere bene e a salvarti. Mira la santissima Vergine nel suo seggio di gloria e invocala al mattino, al mezzodì, alla sera. Chiamala in ogni difficoltà temporale e spirituale.
Sii fedele alle pratiche che ti sei scelte ad onore di Maria (BM II,356).

Un anno con d.Alberione – a cura di G.Mauro Ferrero ssp

La Madonna Assunta e Napoleone

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CON MARIA INCONTRO A CRISTO
di Mons. ANGELO COMASTRI

Spesso ho raccolto dalle labbra della mia mamma questa esclamazione: “Figlio mio, l’orgoglio acceca!“. Lì per lì non ho dato tanto peso al valore di queste parole, ma poi la vita me ne ha svelato il senso profondamente vero e veramente profondo.

Quante volte ho toccato con mano che l’orgoglio è un’autentica cecità!

Quante volte ho verificato che, a causa dell’orgoglio, alcune persone non riescono a stabilire un rapporto reale e leale neppure con i fatti e le situazioni più evidenti.

Un caso singolare è Napoleone Bonaparte: a motivo del suo smisurato orgoglio, egli ha guardato con diffidenza anche la Madonna e l’ha sentita come una presenza scomoda, ingombrante e fastidiosa.

Ecco i fatti. Napoleone nasce ad Ajaccio, in Corsica, il 15 agosto 1769. Divenuto adulto, Napoleone avrebbe dovuto gioire nel ricordare la sua nascita nello stesso giorno in cui la Chiesa ricorda la nascita di Maria al cielo: era una coincidenza così bella da far vibrare il cuore di chiunque.

No, Napoleone ne fu irritato perché l’orgoglio, appunto, acceca.

L’irritazione crebbe quando egli venne a sapere che nel giorno dell’Assunta si festeggiava il “voto di Luigi XIII“: questo re di Francia, infatti, il 15 agosto del 1637 aveva emanato un suo solenne decreto con il quale metteva la nazione sotto l’esplicita protezione di Maria.

E.Q. Asam, Assunzione di Maria, sec. XVIII (Abbazia benedettina di Rohr – Germania).

Anche questo fatto doveva far esultare il cuore di Napoleone. Invece egli non poteva accettare neppure l’idea di un affidamento della nazione alla Madonna, perché(ecco ancora l’orgoglio!) la nazione doveva contare esclusivamente sul genio e sul potere invincibile dell’Imperatore.

Ma ciò che maggiormente irritò Napoleone fu la lettura del Vangelo, che la Chiesa propone il giorno della solennità dell’Assunta. Essa, infatti, non ha trovato un brano migliore del Magnificat per commentare il miracolo umile e grande della vita della Madonna; in Lei si sono compiute mirabilmente queste parole: “Dio rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili; i ricchi li rimanda a mani vuote, mentre i poveri li ricolma dei suoi doni”.

Potete però immaginare lo stato d’animo di Napoleone nel sentire proclamare proprio nel giorno del suo compleanno la più netta e decisa condanna dell’orgoglio: “Dio disperde i superbi nei pensieri del loro cuore”!

Sentite cosa gli venne in mente: Napoleone con decreto ufficiale del 19 febbraio 1806 abolì la festa dell’Assunta e la sostituì con la festa di san Napoleone, compiendo un gesto di inaudita arroganza contro il quale protestò lo stesso Papa Pio VII, dichiarando “inammissibile che il potere civile sostituisca al culto della Madonna Assunta in Cielo quello di un santo introvabile, con una ingerenza intollerabile del temporale nello spirituale“.

Ma Napoleone non ascoltò nessuno: l’orgoglio è cieco e sordo!

E la conclusione? Tutti la conosciamo.

Le parole profetiche, che Maria aveva pronunciato nel suo incantevole Magnificat, si compirono puntualmente: anche per Napoleone!

Napoleone, infatti, a motivo del suo orgoglio “fu disperso nei pensieri del suo cuore e fu rovesciato dal trono“, mentre Maria, dopo l’abdicazione dell’Imperatore nel marzo del 1814, ha ripreso il suo posto nella solennità dell’Assunta, anche in Francia, per indicare la strada della vera grandezza.

Dio voglia che questa lezione della storia faccia riflettere i “prepotenti” di oggi!

Angelo Comastri

Power Point  madre_io_vorrei

Quaresima

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quaresima 2014

Inno  (Germagno)

Oggi la cenere
ci riconduce alla terra
perché gli occhi
si aprano al cielo.
Oggi la cenere profuma il capo
per purificare il cuore.
Oggi al pane si mescola cenere
per render più vero il cammino.
Cristo è nel deserto:
è il tempo del digiuno;
Cristo veglia nella solitudine:
è l’ora della preghiera;
Cristo sale a Gerusalemme:
stringiamoci nel cammino
d’amore
pregustando la Pasqua.

 Video Quaresima

SS.Nome di Maria

SS. Nome di Maria

SS. Nome di Maria

La devozione popolare al nome di Maria risale alla metà del XII secolo, anche se la festa riferita a tale nome venne propriamente istituita solo a partire dal 1513 da Papa Giulio II che, da principio, la concesse unicamente alla diocesi spagnola di Cuenca: celebrata dapprima il 15 settembre e spostata poi al 17 dello stesso mese, venne estesa all’intera Spagna nel 1671 e poi definitivamente a tutta la Chiesa a partire dal 1685, ad opera di Papa Innocenzo XI.

La festa in questione voleva essere un rendimento di grazie a Maria per la liberazione di Vienna dall’assedio dei Turchi, che ebbe luogo il 17 settembre 1683. Il Santo Padre Innocenzo XI, infatti, voleva ringraziare la Vergine Santissima per la grande vittoria cristiana dinanzi a Vienna, la città capitale dell’impero, che rischiava di essere travolta dalle truppe musulmane. Come un terrore per i loro nemici piombarono i cavalieri di Cristo sui Turchi esclamando: “Gesù!” “Maria!”, e con il nome di Gesù e di Maria sulle labbra vinsero i nemici del cristianesimo.
Il Santo Papa Pio X portò infine la memoria del Santissimo Nome di Maria al 12 settembre, giorno in cui liturgicamente è tutt’oggi festeggiata come memoria facoltativa.

Significato del nome

Il nome di “Maria” è forse il più comune al mondo: tradotto nelle varie lingue, viene dato alle bambine e a volte, come secondo nome, anche ai bambini. Moltissimi santi, perché la loro vita fosse ancora più intimamente unita a Maria o semplicemente in ossequio a Lei, hanno scelto il nome di Maria o lo hanno ricevuto dalle loro stesse madri il giorno del battesimo: Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, San Massimiliano Maria Kolbe, Santa Margherita Maria Alacoque, S. Giovanni Maria Vianney, San Luigi Maria (Grignion) da Montfort, Sant’Annibale Maria Di Francia …
Qual è dunque il significato di un sì sublime nome? Oltre 67 interpretazioni diverse sono state date al nome di Maria nella storia, secondo che fu considerato di origine egiziana, siriaca, ebraica o ancora nome semplice o composto. Di tutte queste ipotesi non si può con certezza affermare quale sia quella giusta: sembra quasi che la Provvidenza ci abbia volutamente lasciati nel dubbio perché nel nome di Maria possiamo trovare nel contempo tutti i significati che l’analogia della fede ci suggerisce. La teoria più  accreditata fa derivare Maria dall’ebraico Miryàm, come composto della parola egiziana mry (che vuol dire “amata”) e della parola Iam (che indica “Dio”), da cui nacque Miryàm, cioè “amata da Dio”.
Le quattro principali interpretazioni riportate dagli scrittori antichi sono invece, a detta di S. Alberto Magno (+ 1280), le seguenti: “Illuminatrice”, “Stella del mare”, “Mare amaro”, “Signora” o “Padrona” A) “Illuminatrice”: perché Vergine Immacolata che l’ombra del peccato mai offuscò, la “Donna vestita di sole” (Ap 12,1) che ha dato al mondo La Vera Luce; B) “Stella del mare”: perché stella polare, la stella più brillante che aiuta gli uomini come naviganti a raggiungere la Meta; C) “Mare amaro”: nel senso di madre dall’amore incommensurabile come le acque del mare che, per aver sofferto dolori indicibili sotto la Croce del Figlio, pur di salvarci rende amari per noi i piaceri della terra che tentano di ingannarci e farci dimenticare il vero e unico Bene.
Le gocce d’acqua del mare non possono essere contate se non dalla scienza infinita di Dio e noi possiamo appena sospettare la somma immensa di grazie che Dio ha deposto nell’anima benedetta di Maria, dal momento dell’Immacolato Concepimento alla gloriosa Assunzione in Cielo (S. Luigi Maria da Monfort, Vera Devozione, 23: “Dio Padre ha radunato tutte le acque e le ha chiamate mare, ha radunato tutte le grazie e le ha chiamate Maria”); D) “Signora” o “Padrona”: in quanto a pieno titolo Regina e Sovrana del Cielo e della terra, mediatrice e dispensiera di tutte le grazie perché Corredentrice dell’umanità, associata al Figlio in tutti i suoi misteri. Il nome presso i Giudei aveva un’importanza grandissima e si soleva imporre con solennità. Sappiamo dalla Parola che Dio stesso interviene qualche volta nella designazione del nome. L’angelo Gabriele previene Zaccaria che suo figlio si chiamerà Giovanni (Lc 1,13) e sempre lui, spiegando l’Incarnazione del Verbo, dirà in momenti diversi a Maria e a Giuseppe: “Lo chiamerai Gesù” (Lc 1,31; Mt 1,21). In verità tutta la Scrittura è intrisa di espressioni che lasciano facilmente intuire quanto importante e degno di nota sia il nome davanti a Dio: “Renderò grande il tuo nome” (Gen 12,2); “non sarai più chiamato Abram, ma il tuo nome sarà Abramo… quanto a Sarai tua moglie, non la chiamare più Sarai; il suo nome sarà, invece, Sara” (Gen 17,5.15); “non nominare il nome di Dio invano” (Es 20,7); “ti ho chiamato per nome: tu sei mio!” (Is 43,1); “come il tuo nome, o Dio, così la tua lode giunge fino alle estremità della terra” (Sl 48,11); “rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli” (Lc 10,20); “tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,18); ecc.
Si può quindi verosimilmente pensare, pur non avendone la certezza che ci viene dalla Scrittura, che Dio in qualche modo sia intervenuto anche su Gioacchino e Anna perché alla Santissima Vergine fosse dato il nome di “Maria” richiesto dalla sua grandezza e dignità. Quando Egli le si presenta nella persona dell’Arcangelo Gabriele, non si accontenta, però, di rivolgerle il saluto con il suo nome proprio, vuole trovare un’espressione plastica che l’accarezzi in modo così sublime da farle figurare fino a che punto di lei si fosse compiaciuta la Santissima Trinità. Per questo le dice: “Rallegrati, piena di grazia!”. Sembra quasi che a Dio piaccia “giocare con i nomi” e che a questo “gioco” la Vergine ci stia: Ella non risponde alla Sua elezione né con il nome che le hanno dato i suoi genitori (Maria), né con quello con cui l’ha appellata Dio stesso (Piena di grazia) ma con l’unico nome che per la sua grande umiltà sentiva più confacente al Mistero che stava compiendosi: “Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,26)*.

Invocare il nome di Maria

Il nome che Dio pronuncia è talmente legato all’essere, che Dio chiamando le cose con il loro nome, le chiama dal loro nulla all’esistenza («Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu» Gen 1,3; «Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza…”. Dio creò l’uomo a sua immagine…» Gen 1,26-27; ecc.). L’uomo, ovviamente, non ha la medesima capacità di Dio di ‘produrre’ con il solo pensiero o con la sola parola le cose, però ha la capacità di evocare Dio e la realtà stessa di Maria e dei Santi.
L’uomo, cioè, quando invoca il nome di Maria, il nome di Gesù, il nome dei Santi del Signore, deve farlo sempre con la massima serietà, ricordandosi che il nome non è mai isolato, che parlando si evoca la stessa realtà a cui ci si riferisce con le parole. Con quali nomi sulle labbra i martiri affrontavano la morte e con quali nomi sulle labbra i campioni della cristianità affrontavano le schiere degli infedeli? Nel nome di Gesù, perché in questo nome c’è la nostra salvezza (Fil 2,10: “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra”).
E nella sua provvidenza Dio ha voluto che risuonasse sulla bocca dei fedeli anche il nome  di Maria perché Maria – come amava dire il nostro Fondatore – non attira mai a sé ma “dà sempre Gesù, come un ramo che sempre lo porta e lo offre agli uomini”. Dice San Luigi Maria Grignion de’ Monfort, il grande innamorato della Madonna: «Maria è la meravigliosa eco di Dio. Quando si grida: “Maria!”, lei risponde: “Dio!”». Dante Alighieri mette in bocca a Buonconte di Montefeltro, valoroso e impavido combattente in pericolo di dannazione eterna, il motivo della salvezza insperata della sua anima e cioè l’aver invocato, un attimo prima di morire, il nome di Maria: “Perdei la vista, e la parola; / nel nome di Maria finii, e quivi / caddi, e rimase la mia carne sola” (= più non vidi, più non potei parlare; spirai invocando il nome di Maria, e qui caddi e rimase il mio corpo privo di vita) (La Divina Commedia, Purgatorio V, 100-102).
San Bonaventura sostiene che tutti i fiumi di grazie che hanno avuto gli angeli, gli apostoli, i martiri, i confessori, le vergini, sono “confluiti” in Maria, il mare di grazie. E Santa Brigida aggiunge: “Ecco perché il nome di Maria è soave per gli angeli e terribile per i demoni”. San Bernardo invita ogni uomo, qualunque sia la situazione dell’anima e del corpo in cui imperversa, a invocare senza timore il nome di Maria per trovare rifugio sicuro: «Chiunque tu sia che nel flusso e riflusso del secolo abbia impressione di camminare meno su terra ferma che in mezzo alla tempesta turbinante, non distogliere gli occhi dall’astro splendido, se non vuoi essere inghiottito dall’uragano. Se si desta la burrasca delle tentazioni, se si drizzano gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella e invoca Maria. Se sei in balìa dei flutti della superbia o dell’ambizione, della calunnia o della gelosia, guarda la stella e  invoca Maria. Se collera, avarizia, attrattive della carne, scuotono la nave dell’anima, volgi gli occhi a Maria. Turbato per l’enormità del delitto, vergognoso di te stesso, tremante all’avvicinarsi del terribile giudizio, senti aprirsi sotto i tuoi passi il gorgo della tristezza o l’abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nell’angoscia, nel dubbio, pensa a Maria, invoca Maria. Sia sempre Maria sulle tue labbra, sia sempre nel tuo cuore e vedi di imitarla per assicurarti il suo aiuto. Seguendola non devierai, pregandola non dispererai, pensando a lei tu non potrai smarrirti. Sostenuto da lei non cadrai, protetto da lei non avrai paura, guidato da lei non sentirai stanchezza: chi da lei è aiutato arriva sicuro alla meta. Sperimenta così in te stesso il bene stabilito in questa parola: “il nome della Vergine era Maria”» (Lc 1,26).

“Annunziatine”: il più bel nome

Particolare brivido dovrebbe attraversare noi Annunziatine il giorno della festa del Nome di Maria o tutte le volte che semplicemente lo sentiamo pronunciare e lo pronunciamo noi stesse, noi che per una delicatezza tutta particolare di Maria, riceviamo con la professione religiosa il suo stesso nome per essere prolungamento del suo “Sì” nell’oggi della Chiesa. Dice don Alberione: «Perché chiamarsi Annunziatine? Ha una ragione questo nome? Non è a caso. Il fatto dell’Annunciazione e, quindi, dell’Incarnazione del Figlio di Dio quando Maria disse: “Fiat mihi secundum Verbum tuum”, è il più grande fatto della storia, perché allora comincia la nostra redenzione.
Perciò Annunziatine vuol dire stare nel centro della storia e nell’inizio della redenzione. È il più bel nome». Possa ciascuna di noi, nel giorno dell’Incontro, leggere sul volto di Maria la soddisfazione di una Madre che trova corrispondenza tra il suo soavissimo nome e la vita da noi condotta.

M. T. A. (Imsa)

Quaresima

«MENTRE PREGAVA, IL SUO VOLTO CAMBIÒ D’ASPETTO»

CHI è Gesù? Questo interrogativo se lo ponevano non solo la gente e i capi del popolo, ma anche i suoi discepoli. A questa domanda l’evangelista Luca risponde con l’episodio della Trasfigurazione. Essa ci parla, dunque, dell’identità di Gesù.

Il brano comincia con un’indicazione di tempo: “otto giorni dopo”. Ma, nel primo giorno dopo il sabato, quindi l’ottavo nella settimana ebraica, Gesù è risorto. Una precisazione per far capire come si può trovare la sua vera identità solo nella risurrezione, quando lo si riconoscerà come Figlio di Dio.

Luca fa poi notare che Gesù non sale sul monte per trasfigurarsi, ma per pregare. Ma è nella preghiera che Egli si trasforma, nel suo rapporto intimo con il Padre che il suo volto e le sue vesti rifulgono, anticipando così la gloria della sua risurrezione. Nel brano della Genesi nella prima Lettura ci viene proposto un’altra manifestazione di Dio: quella di un forno fumante e di una fiaccola ardente che passano in mezzo al sacrificio offerto da Abramo. L’Apostolo Paolo, invece, nella Lettera ai Filippesi (II Lettura), ci invita a diventare imitatori di Cristo perché anche noi un giorno saremo trasformati a sua immagine.

Nicola Gori

FEDE E CONVERSIONE NELLA VITA DI SAN PAOLO

San Paolo parla all’Areopago, Atene.

NELLE pagine della Sacra Scrittura troviamo diversi esempi di conversione: le folle che si fanno battezzare da san Giovanni Battista, il figlio prodigo, la prostituta perdonata da Gesù. Uno degli episodi più spettacolari è, indubbiamente, la conversione di Saulo che sulla via verso Damasco diventa l’Apostolo Paolo. Da avversario si trasforma in propagatore e testimone ardente della fede fino al martirio. Osservando la trasformazione dell’Apostolo, la consideriamo spesso come un traguardo. Il ritrovamento della fede, quel misterioso incontro con il Dio vivo, è invece un inizio di un lungo percorso di fede. Dapprima san Paolo impara a credere sotto la guida di Barnaba, poi impara ad essere missionario ad Antiochia e, infine, a trasmettere la fede. Il suo percorso si conclude con l’ultima lezione: il prezzo della fede si paga talvolta con la propria vita. Ecco come si svolge una vera conversione a partire dal momento dell’ incontro con Cristo fino all’adesione totale alla sua volontà: «Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio» (Galati 2,20). La breve sintesi della vita di fede dell’Apostolo Paolo solleva un particolare interrogativo: a che punto del cammino di conversione mi trovo io?
(A cura del Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova Evangelizzazione)

da: La Domenica

Battesimo di Gesù

UNA VOCE DAL CIELO: TU SEI IL FIGLIO MIO, L’AMATO

L‘ANTICA tradizione liturgica contemplava tre manifestazioni del Signore: ai Magi; nel Battesimo; alle nozze di Cana. Nel loro insieme ci offrono una rivelazione del mistero di Gesù: egli è lo Sposo (Cana), venuto a celebrare le nozze tra Dio e le genti (i Magi); a tutti viene offerta la consapevolezza di essere, per grazia, figli di Dio. Nel battesimo Gesù ascolta la voce del Padre che lo proclama Figlio e riceve lo Spirito. Giovanni aveva annunciato: egli battezzerà anche voi nello Spirito Santo.

Quello che nel suo battesimo Gesù riceve lo condivide con noi: riceviamo la pienezza dello Spirito che ci rende figli. Questa è la lieta notizia profetizzata da Isaia (I Lettura), con la quale Dio ci consola.

Questa è la bontà di Dio di cui Paolo ci parla (II Lettura): siamo salvati, non per le opere di giustizia da noi compiute, ma perché, come Gesù e in Gesù, siamo figli amati, raggiunti e trasformati dalla misericordia del Padre. «Ecco il vostro Dio!». Invitandoci a contemplare il mistero di Dio; la liturgia ci invita a fissare lo sguardo sul Figlio, per riconoscere in lui la nostra più vera identità.

Fr Luca Fallica, Comunità Ss. Trinità di Dumenza

da: La Domenica