Il mio giubileo

“QUANDO SONO DEBOLE È ALLORA CHE SONO FORTE” Vittoria Lupi

Mi è stato chiesto di raccontare come sto preparandomi al 50° della mia professione religiosa. Alcune coordinate spazio temporali e qualche altra informazione si rendono necessarie. Ho fatto la Prima Professione religiosa il 27 agosto 1966; mi trovavo al corso di Esercizi spirituali a Tignale sul Garda. Avevo conosciuto l’IMSA da Sr. Alfonsina, una Figlia di San Paolo che gestiva la loro libreria a Guastalla.
Credo che sia stato il mio parroco, mio direttore spirituale in quel tempo, ad indirizzarmi a lei. Ne è seguito l’incontro con suor Felicina prima, don Amorth poi. Quella che ora voglio dire non è la mia storia, ma ciò che faccio da qualche anno in parrocchia che ha veramente segnato la mia vita spirituale ed umana. Si tratta della lectio divina con il metodo insegnatoci dal nuovo Parroco, che quel giorno farà dell’evento 50° un giorno normale. Ogni mattina faccio la lectio e sulla Parola di Dio fisso l’ordine della mia giornata: invece il giovedì sera, dopo la Messa comunitaria, in canonica c’è la lectio sulle letture della domenica successiva.
Ciò non significa che io non abbia provato una grande gioia di essere arrivata a questo traguardo che a motivo di tante mie difficoltà poteva essere davvero impensabile. Già due volte nel corso della mia vita di paolina ero stata tentata di voltarmi indietro… ma nella loro bontà i superiori e le consigliere mi hanno incoraggiato a proseguire; infatti il desiderio della perfezione è frutto di una conquista costante e progressiva. Inoltre, a loro avviso, la volontà di Dio nei miei riguardi era chiara. A vincere ogni volta è stato l’amore: quella virtù che ha fatto di Agostino un santo e di S.Teresa del Bambin Gesù la patrona delle missioni pur restando in clausura.
Ho considerato una perla la risposta da lei data nel tormento dei carismi da privilegiare: “Nel cuore della Chiesa sarò l’Amore” e io con grande presunzione, ma spero anche con santa presunzione, ho sperato di riuscire in questa scelta. Riguardo a S. Agostino trovo che non sia un caso che il giorno della mia Prima Professione, cioè il 27 agosto, la Chiesa faccia memoria di S. Monica, una donna forte, simile a me. Nel lungo percorso (lungo solo relativamente, se si pensa che allo sguardo di Dio mille anni sono come un giorno) io ho fatto sempre tutto con passione, certamente con scarso equilibrio, se penso che spesso mi “esaurivo”, ma ogni volta ricominciavo da capo.
Attorno agli anni ’60 all’oratorio mi chiamavano “zia” ragazzi e ragazze e quel nome mi è rimasto anche quando sono diventati adolescenti, adulti e a loro volta genitori. Invece il curato di allora che aveva da solo la responsabilità degli oratori maschile e femminile, mi aveva definito “Miss sorrisi e lacrime” e io la riconoscevo una definizione adatta, perchè quasi sempre ridevo o piangevo con la stessa spontaneità. Col tempo il ridere è diventato sorridere e il piangere un’emozione abbastanza controllabile. Siccome mi piace raccontare i fatti veri come fossero storie e non mi manca l’eloquio (una nota curiosa: sono nata il giorno di S. Eulalia, che etimologicamente significa buona lingua) eccovene una. Un giorno il professore di matematica che avrei voluto fosse mio padre, perso quando avevo 7 anni, scoprì che avevo passato il compito ad un compagno e mi appioppò un 3 sul registro. Vedendo che piangevo mi fece uscire dal banco e mi disse con tono duro: “Queste sono lacrime di coccodrillo” (allora non sapevo cosa fa un coccodrillo per meritare tanto disprezzo!). Ricordo che in pochi minuti si formò ai miei piedi un laghetto lucente che faceva da specchio alle mattonelle rosse esagonali del pavimento. In questi ultimi tempi ho pianto tanto e penso ce ne siano state di ragioni: i lutti di famiglia, l’atmosfera di diffidenza, la perdita dell’autostima, le povertà, la morte dei bambini, il fenomeno dell’Isis, della mafia… mi hanno cancellato dalla mente volti e nomi, così non riconoscevo chi incontravo e mi sentivo profondamente spaventata. Mi sono lasciata curare prima di tutto dai competenti, ma chi ha fatto di più è stata la lectio mai tralasciata, la preghiera, l’affetto, l’aiuto di Clementina e soprattutto una fede di abbandono che si è approfondita sempre di più in Gesù e nella Vergine Maria che venero come Madre della tenerezza. Ogni notte affido a lei nella recita del rosario quelli che io chiamo i miei amori: la famiglia, la casa del Fogarino, la scuola, i Ragazzi della Scalinata, la parrocchia. Da loro sono nati i miei libri. Riguardo al vuoto dei nomi e dei volti ho tratto, io che vedo nelle parole dei significati emblematici, questa conclusione: nessuna paura, il Signore custodirà meglio di me tutti loro e io li ricorderò sempre senza preferenze. Nella festa dei Giubilei della Famiglia Paolina che si terrà a Roma il 29 Giugno, ci sarete tutti, compresa Carmela Calzarano che è in cielo dal 3 Febbraio 1995 e lei certamente sarà la più felice.

Un abbraccio.

Vittoria Lupi

Circolare di marzo 2016 (Vittoria festeggiò il Giubileo non a Roma ma in cielo, il Signore la chiamò al suo cospetto 2 giorni prima-27 giu.2016).