Ricominciare sempre da capo – Vittoria Lupi

Il significato di ricominciare sempre da capo!
Riguardo alla vita spirituale ci vengono dette stupende verità perchè derivano la loro origine dalla parola rivelata, dai Padri dsella Chiesa… ma ancor più perchè trovano perfetta corrispondenza nelle radici della coscienza e donano alla persona la pace che illumina; stupende, perchè contengono, per così dire, l’infinito nel finito, in modo misterioso, ma autentico e perciò adorabile.
Così oggi per me è verità stupenda che per il cristiano vivere significhi ricominciare sempre da capo.
La vita si rinnova non per lo slancio della volontà umana, che è sempre fragile, o per l’ambizione dell’intelligenza, che è sempre limitata, ma per l’intervento dell’Amore inesauribile e inesprimibile di Dio.
L’iniziativa del rinnovamento parte sempre da Lui che è dono di sè.
E l’iniziativa di Dio si realizza in ogni momento, in ogni attimo presente.
La corrispondenza dell’uomo è meno valida; talvolta è non corrispondenza; è rifiuto di divenire per comodità di restare.
Molto spesso si verifica, a questo punto, un’invasione di grazia, un’amorosa persecuzione che incalza e…, fino a farti dolcemente salire.
Ogni giorno si realizzano gli sconcertanti “no” all’Amore; eppure l’Amore resta Immutabile e Inesauribile.
Ma se c’è lo sforzo della corrispondenza, allora realmente tutto si fa nuovo e desiderabile e si diventa davvero persone nuove.
Che cosa può significare per noi “ritrovarsi” più autentici ad ad ogni passo compiuto?
Com’è difficile rispondere con semplici parole agli interrogativi formulati nel segreto dell’intuizione!
Forse può significare l’avvento della Pasqua, il trionfo della vita, l’inizio del Paradiso. Vorrei realmente trovarmi ogni sera nell’orto degli Ulivi, per uscire ogni mattina dal Sepolcro di Cristo, con Cristo.
Salirò all’altare di Dio, al Dio che allieta la mia giovinezza
Si rinnoverà, come quella dell’aquila, la mia giovinezza
Da bambini non si sa davvero di vivere, e tanto meno si avverte che si è al mattino del Tempo; dell’adolescenza si ha fretta di crescere per vivere, per fare la nostra esperienza di persone autentiche…
Poi si cominciano a contare gli anni, inevitabilmente prima, inesorabilmente  poi… facendo il punto ad ogni ricorrenza con feste in famiglia che sono un modo, come tanti, di illudersi e illudere.
Da quando mi sono fermata a riflettere sul valore del tempo e della vita, ho sempre sentito la stranezza e la falsità degli umani discorsi:
“Come sei giovane!”
“Davvero hai questa età?”
“Beh, ne dimostri meno!”
E potrei non finire più nelle esmplificazioni…
Considerando ogn cosa, ogni evento… sul piano puramente umano, ad un certo punto, ci si deve accorgere che l’esistenza è muoversi verso la deriva.
Allora come diventa vera, o Signore, l’esclamazione del tuo  salmista!
E’ per farti gioco di noi, che ogni mattina ci fai ripetere:
Salirò all’altare di Dio: al Dio che allieta la mia giovinezza“.
 Mi sono posta questa domanda oggi.E sai perchè?  Oggi mi sono guardata a lungo nello specchio dolorosamente sorpresa dei segni che il tempo ha tracciato sul volto.
E poi ho  guardato più dentro, più a fondo…più sincera che mai…e vi ho scorto la paura di diventare vecchia.
La mia mente e il mio cuore non erano preparati al colpo, pur trattandosi di una realtà indiscussa e inoppugnabile…da me commentata e illuminata agli altri.
Allora, o Signore, ho bisogno del tuo miracolo!
Fammi nuova nello spirito, affinchè io resti sempre giovane.
Accentua e sublima la mia apertura verso il bello e il buono, affinchè nella contemplazione e nell’azione io alimenti la mia gioia di vivere che è una sola cosa con la mia giovinezza.
Che io viva della mia nuova Fede in Te, che sei un Dio padrone del Tempo e dello spazio.
La primavera che torna col suo aspetto incantevole è un richiamo molto vivo per la tua creatura.
Si, o Signore!
Perchè, fino a quando mi sarà concesso di cogliere un fiore nuovo, appena sbocciato al mondo, non potrò sentirmi stanca e vecchia; e se domani capitasse (e tu permettessi) che io non abbia sufficiente luce negli occhi, per uscire nel prato a coglierlo, mi farò accompagnare per mano da qualcuno che, come me Ti ama e Ti serve, per vedere con gli occhi dell’anima i “segni” della Tua giovinezza.

Anno 1968