Come è nata la mia vocazione

Come fu che divenni perpetua

COME E’ NATA LA MIA VOCAZIONE 

Ero solo una ragazzina dodicenne quando, una mattina uscendo dalla chiesa, fui fermata da un anziano signore, padre di quattro figlie già mature che vivevano con lui (e questo spiega in parte il motivo della sua domanda) che mi disse: “ Bimba, hai mai pensato di entrare in convento? Ti vedo sempre in chiesa, saresti una buona suora!”. Un po’ sorpresa da quelle parole, mi affrettai a rispondere che non ne avevo la minima intenzione e che la mia costanza nella preghiera era per ottenere dal buon Dio la… promozione alla fine dell’anno scolastico (ahimè, purtroppo, era vero: la mia assidua devozione era interessata e contavo assai più sulla potenza del buon Dio e sulla misericordia dei professori che sulla mia scarsa preparazione nello studio). Quel “no” detto così spontaneamente, senza riflettere, rimase immutato, anzi divenne più cosciente e deciso dopo numerosi incontri di “orientamento” indetti dagli “enti” più disparati (mica l’abbiamo inventata noi questo tipo di pesca, era già in vigore ai miei tempi!).
Poi ho frequentato il Terz’ordine Francescano giovanile. I buoni frati avevano, infatti, diviso i loro iscritti in due gruppi: quello degli adulti, che da tempo avevano superato l’età sinodale, e quello composto da noi adolescenti “cavallette” che più che lo “spirito francescano” apprezzavamo, forse, il campo sportivo e le altalene messe a nostra disposizione da chi, bontà sua, vedeva in noi le future speranze. Ne seguivo le direttive e gli…orientamenti.
Quando, poi, l’Azione Cattolica mi accolse tra le sue file, gli aiuti… orientativi non mi mancarono più: vivevo con entusiasmo le sue iniziative, ed il buon Dio si servì dell’esempio e dell’aiuto di tante Anime generose che vivevano accanto a me per guidare l’Anima mia pazzerella…
Ma l’ora non era ancora suonata ed invano un’amica “orsolina” m’invitò ad assistere alla vestizione di una sua consorella. Le “orsoline” non avevano, e non hanno, nessun segreto, perciò l’amica mi parlò con chiarezza di come viveva la sua vocazione di Anima consacrata a Dio e della grandezza di questa via. La consorella commossa, con voce tremante, pronunciò la formula della sua professione: era vestita come una sposa e, quando uscì dalla chiesa, parenti, amici e consorelle le furono attorno per festeggiarla. Anch’io ero commossa, il tutto mi piacque, ma… Ma il buon Dio non mi voleva lì: l’ora in cui i suoi piani provvidenziali mi si sarebbero manifestati, non era ancora suonata.
Un bel giorno mio fratello si sposò: festa in famiglia, confetti, auguri e sollecitazione da parte dei vari parenti mi misero in cuore la nostalgia di un “cammino a due” (ma ero proprio una bella pappagalla, però!) Il mio Direttore Spirituale rispettò quest’incertezza ed il buon Dio, neanche a farlo apposta, mise sul mio cammino un “lui” così paziente, come penso ve ne siano pochi; non contrastò le varie attività apostoliche che assorbivano anche il tempo che avrei dovuto dedicare a lui, anzi, quando gli feci capire che esse costituivano un ostacolo alla nostra futura vita in comune, mi rassicurò che avrei potuto continuare tranquillamente anche dopo sposata e che, durante la mia assenza per i vari convegni apostolici, avrebbe pensato lui agli eventuali figli che la Provvidenza ci avrebbe donato. Queste parole ripensate oggi, mi sembrano quasi una battuta umoristica, ma allora servirono ad aumentare i miei dubbi. Affidai la soluzione del problema alla Mamma di Gesù: mi ero messa certo in buone mani, ma le ore di buio e di incertezza sono sempre lunghe.
Intanto un’amica che aveva invitato una Signorina di Milano, perché le spiegasse come funzionava l’Opera della Regalità, mi disse: – Vieni a sentirla anche tu, potrebbe anche…conquistarti! Ci recammo alla stazione ad attenderla e poi tutte e tre sostammo in un bar, (non potrei dire cosa ci servì il cameriere, il problema gastronomico era ben lontano dai miei interessi di quel momento!) e proprio lì iniziò la conversazione, mi sentivo, nello stesso tempo attratta ed allontanata da quanto quella signorina andava via via dicendo, mi sembrava che il buon Dio si servisse di lei per manifestarmi la Sua Volontà.
Quando ci lasciammo mi assicurò che avrebbe pregato per me ed il Signore ascoltò la sua preghiera, forse non nel modo che lei avrebbe pensato, ma l’ascoltò.
Infatti mi fece capire che “lui” aveva diritto ad una Sposa che gli dedicasse il dovuto tempo alla Famiglia; mi fece capire che non avrei fatto domanda per entrare nella Regalità: insomma capii che erano due “no” .
Ma allora che voleva il buon Dio ?
Era da poco passata la festa dell’Epifania (forse farà ridere, ma sono sempre stata devota dei Re Magi. Non so perché, ma il fatto che nei piani Divini si sia riservata una stella tutta per loro mi ha sempre impressionata). Avevo pregato i tre Fortunati Re, che dopo un periodo di buio avevano rivisto la stella, di chiedere a Gesù un po’ di luce per me. I Re Magi fecero fermare alla mia porta due Suore che, mentre mi convincevano ad acquistare i loro libri, approfittarono per parlarmi di un “un certo Istituto” che il loro Fondatore aveva in mente; anzi c’era proprio di passaggio, e sarebbe ripartita in serata, una Suora incaricata da Lui per illuminare il nuovo nucleo, se avessi voluto parlare con Lei…
Erano circa le tre del pomeriggio: l’ora della Provvidenza era scoccata; se non mi decidevo la Suora sarebbe partita, allora non c’era tempo da perdere e, non so perché, ma mi sarebbe spiaciuto non incontrarLa.
Andai, e chi c’era di passaggio se non Sr Felicina? Il nostro colloquio non fu lungo e ritornando pensavo che un’avventura in un Istituto non ancora ben definito ed approvato dal S. Padre, non mi attirava.
Ma tant’è: il buon Dio certo sorrideva:
– Eh… no! Questa volta la tua stella è apparsa e ti farò mia… perpetua!
E ora? Ora vivo serena, so che non ho raggiunto un traguardo, ma un punto di partenza dal quale incominciare ad imparare a vivere nel Suo Amore e voglio fare un augurio a tutte le sorelle che ancora non lo sono: – Diventate presto…perpetue !

Ester P.

  IL MIO “SI”

Non so bene quando Gli dissi di “SI“ per la prima volta, ricordo che dall’Ostia bianca esposta all’adorazione d’una folla più o meno raccolta e attenta, Egli m’invitò ad alzare lo sguardo per incontrarlo. Fui stupita dallo splendore insolito che vi emanava; ma ancor più dal suo messaggio così “delicato” e “forte”, così “misterioso” e “chiaro” che mi fece sentire un’altra. Non gli chiesi neppure allora: – Signore, che vuoi che io faccia ? – perché il richiamo non lasciava dubbi e a quel soave modo di chiedere tutta la vita istintivamente Gli dissi “ SI “.
Col passare dei giorni mi parve strano che proprio Lui, conoscendomi nell’intimo della mia fragilità, avesse bisogno in modo insopprimibile del mio piccolo e deciso “SI“. Allora, nel buio della fede, ma con sincerità di cuore, ripetei più volte: “ Credo al Tuo Amore”. E cominciai a sentirlo più presente, a trattarlo con più confidenza, anche se spesso accettavo gli appuntamenti col viso bagnato di lacrime. Pensavo a coloro che Egli mandava nel campo e vi spargevano piangendo i semi, ma che tornavano esultanti portando i loro manipoli. Così entravo a poco a poco nel mistero del suo Amore purissimo che non patisce confronti terreni.
Accettarlo era dapprima come entrare nel buio, per svuotarmi delle piccole e grandi cose, che a Lui non piacevano, ma che piacevano tanto a me. Dopo una lotta sostenuta e tenace, che volevo a tutti i costi vincere, mi dichiaravo gioiosamente sconfitta e disposta a cederGli. Allora rivedevo l’Ostia radiosa e risentivo quel calore indefinibile. Era Lui, l’Eterno Amante, che si offriva immutato a me, a colmare un vuoto dell’io, a riempire una penosa solitudine, per plasmarmi come da sempre mi aveva ideata e voluta.
E’ stato meraviglioso dirGli “SI“; stupendo ripeterlo di giorno in giorno, quando il sole baciava l’orizzonte o il temporale si faceva presagire. Oggi davanti alla Chiesa di Dio, che mi è Madre tenerissima, l’ho proclamato senza riserve; è stato dunque un “SI“ splendido, perché lietamente condiviso da ognuna di voi, Sorelle, e meravigliosamente ricomposto dall’unico Gesù che Uno in tutti e Tutto in Uno !

Vittoria L.

UNA CHIAMATA SPECIALE

Voglio raccontarvi una storia, come questa giovane sia arrivata ad essere Annunziatina. Bisogna ritornare indietro di alcuni anni, per dire come ha avuto il dono della fede, il dono di far parte della Chiesa Cattolica. Nata in una famiglia buona, ma che non frequentava la Chiesa, è cresciuta senza capire niente di religione. Viveva come tanti, cercando di agire bene, comportarsi bene. Non si preoccupava della fede, non sapeva, perché credeva che la vita stesse tutta nelle cose umane di cui si occupava. Il 25 marzo di tanti anni fa, giorno dell’Annunciazione… si trasferì con la famiglia dal paese dove abitava, per andare a vivere in città. Ed era appunto qui che il Signore l’aspettava! Conobbe una cara Signora, cattolica, donna di grande fede la quale le volle subito un gran bene, e capì al volo la situazione. Questa Signora la trattò subito con amicizia e affetto, anche il marito era un sant’uomo, non avevano figli, per loro divenne come una figlia, nonostante la giovane vivesse con la sua famiglia. Comunque la Signora incominciò a istruirla, con dolcezza e passione, voleva comunicarle il tesoro più grande che lei possedeva: la fede.
La Signora spiegava, insegnava il catechismo, e la giovane apprendeva senza difficoltà e con interesse. Sentiva lo spirito, l’anima che venivano man mano invasi da qualcosa che non capiva fino in fondo.
Non meravigliatevi se la giovane aveva ricevuto solo il battesimo!
La famiglia della giovane era povera, la Mamma era sola con 4 figli piccoli, quindi i problemi e le difficoltà non mancavano, poi a quei tempi si usava vestire i bambini della prima comunione e cresima con un abito uguale… e a loro mancavano i soldi per il vestito!
Quindi all’età di 18 anni la Signora la preparò bene per ricevere la prima comunione e la cresima. Dopo aver ricevuto questi due sacramenti la giovane si senti subito felice, comprese che incominciava per lei un’altra vita, con ben altri scopi.
Il Signore la stava lavorando, e lei si lasciava portare, anche perché capì che con Lui c’è poco da fare!
All’inizio Lui, il Signore ha lavorato in incognito… con una abilità che solo a Lui compete, facendole incontrare questa Signora, poi ha incominciato a farsi riconoscere, a chiedere… a sedurla!
Due anni dopo aver ricevuti i sacramenti, morì questa cara Signora che era stata un pò il suo angelo visibile; e mentre si sentiva tanto sola, ecco che il Signore le mise sulla sua strada le Figlie di S.Paolo. Incominciò a frequentarle, a fare amicizia, a vederle ogni giorno, ad aiutarle nell’apostolato.
Quindi conobbe la “Famiglia Paolina” se nè innamorò subito! Fu messa in contatto poi con Don.Gabriele Amorth e Sr. Felicina… la cosa si faceva seria, era in trappola! Infatti si rese conto che non c’era più niente da fare: Dio le aveva teso la rete, non c’era via di scampo, era un forte invito a seguirLo, non le rimaneva altro che dire: “SI”
Ripensando ora alla strada percorsa capisce quanto Gesù l’abbia cercata, amata da sempre. Le viene da pensare che l’abbia corteggiata fin dalla sua infanzia… ha atteso che i tempi fossero maturi, finita la corte… si è manifestato con tutta la Sua potenza, bellezza, esigenza, amore.

Angelbel