Il Beato Giacomo Alberione, Fondatore della Famiglia Paolina, è stato l’uomo scelto da Dio per donare alla Chiesa una nuova via per evangelizzare il mondo di oggi attraverso i mezzi più celeri ed efficaci, capaci di raggiungere in breve i confini del mondo.
Nato a San Lorenzo di Fossano (Cuneo) il 4 aprile del 1884, ebbe piena consapevolezza della sua vocazione sin dai sette anni, dopo aver risposto ad una domanda della maestra che da grande sarebbe diventato prete. A tale scopo fu mandato al ginnasio e poi al seminario di Bra, e nel 1900 in quello di Alba. La notte di capodanno del 1901 mentre è in adorazione nel Duomo di Alba sente che il Signore gli chiede un impegno per gli uomini del nuovo secolo: una particolare luce proveniva dall’Ostia, una luce che, da quel momento in poi, inonderà ogni piega della sua anima. Aveva soltanto 16 anni!
Tale visione lo accompagnerà per l’intera esistenza quale segno tangibile della volontà di Dio su di lui, quale profeta della nuova era.
Il Progetto a cui il Signore lo chiamava lo porterà per tanti anni nel cuore, maturando con la preghiera, l’obbedienza al Direttore spirituale e l’offerta di sé nelle fondazioni, nel tempo, di dieci tra Istituti, Congregazioni religiose, Istituti secolari e Cooperatori.

Venne ordinato sacerdote il 29 giugno del 1907; successivamente si laurea in teologia a Genova, poi rientra in seminario ad Alba come direttore spirituale degli allievi.
Una tappa importante nella sua vita è rappresentata dall’amicizia con monsignor Francesco Re, vescovo di Alba, il quale, sviluppa le potenzialità di questo giovane sacerdote che nel 1912 aveva pubblicato una rivista “Vita pastorale”, tuttora esistente, lo incoraggia in tale impresa nominandolo l’anno successivo direttore del settimanale Gazzetta d’Alba. In tale evento Giacomo Alberione vede l’attuarsi della volontà di Dio, infatti scriverà nel 1954: “il vescovo, quando si trattò di cominciare, fece suonare l’ora di Dio, incaricandolo di dedicarsi alla stampa diocesana, la quale aprì la strada all’apostolato”.
Nel 1914 diventa proprietario della“Gazzetta d’Alba”, e apre la scuola tipografica “Piccolo operaio”. La sua intuizione fu quella di creare “un’organizzazione cattolica di scrittori, tecnici, librai, rivenditori cattolici e dare indirizzo, lavoro, spirito d’apostolato” (AD 23) e che costoro fossero religiosi e religiose. Nello stesso anno fonda la Pia Società San Paolo, primo nucleo a cui, negli anni a seguire, si sarebbero aggiunte altre Congregazioni ed Istituti: le Figlie di S. Paolo, le Pie Discepole del Divin Maestro, le suore di Gesù Buon Pastore, le suore della Regina degli Apostoli, gli Istituti aggregati Gesù Sacerdote, S. Gabriele Arcangelo, Maria SS. Annunziata, l’Istituto Santa Famiglia e l’Unione Cooperatori Paolini (www. alberione.org). Tutte queste fondazione formano la mirabile Famiglia Paolina.

Esse hanno in comune, oltre lo stesso fondatore nella persona di Giacomo Alberione, ora Beato, le stesse origini:
 nati dall’Ostia, dal Tabernacolo
 lo stesso spirito: vivere Cristo come lo ha vissuto S. Paolo
 lo stesso fine: che Cristo Maestro Via, Verità e Vita sia predicato ed annunciato con tutti i mezzi di comunicazione sociale, affinché tutti gli uomini siano condotti a Cristo.
Ogni Istituto e Congregazioni ha un suo specifico carisma e ruolo che lo configura come tale: funzioni diverse, in ambiti diversi (l’editoria e le librerie diventano i nuovi pulpiti, l’adorazione, la liturgia e il servizio sacerdotale, la parrocchia, le vocazioni…) ma con l’identica missione dell’apostolato, editare Cristo come Maria, un Gesù Maestro Via, Verità, Vita da presentare al mondo attraverso la carta (riviste, libri), diapositive, cortometraggi, films; e adesso anche internet.
Egli stesso realizzò un film “Abuna Messias” vincendo un premio alla settima Rassegna cinematografica di Venezia.
Anche se ogni ramo della Famiglia Paolina ha una sua specificità, tra di essi si instaura una relazione di unità e complementarità, come una vera Famiglia (www. alberione.org).
Nel 1923, in seguito ad una grave malattia, don Giacomo Alberione fece un’altra profonda esperienza: nell’esaminare la sua condotta per riscontrare un qualche impedimento alla grazia, sentì una voce che proveniva dal Tabernacolo: “Sono con voi… da qui voglio illuminare … Abbiate il dolore dei peccati”. Frasi che costellano tutti gli altari di chiese e cappelle della Famiglia Paolina.
Dopo aver dato compimento alle fondazioni, don Alberione traccia la missione della sua Famiglia nell’unico spirito, quello di Paolo di Tarso: “cor Pauli, cor Christi” (cfr. link spiritualità).
Innumerevoli i suoi scritti, che vanno dalla teologia alla dommatica, dalla filosofia alla storia, dalla storia ecclesiastica, alla pastorale, a trattati di spiritualità, Preghiere, Pensieri, testi sull’apostolato mass-mediale, libri formativi specifici per i suoi figli e figlie. “Non parlare solo di religione, ma di tutto parlare cristianamente” era il suo motto, che tradotto significa: educare tutti gli strati sociali a vivere da cristiani, formati alla scuola di Gesù Maestro Via, Verità, Vita. Inventò il metodo paolino, incentrato sull’assioma giovanneo: “la Via è la volontà, la Verità rappresenta la mente che comprende, la Vita è il cuore per una adesione partecipe; la Via per la pastorale, la Verità per l’esegesi, la Vita come liturgia e testimonianza”(intervista a mons. Ravasi, AA.VV. in Dicono di lui, ed.Paoline).
Uomo di profonda e prolungata preghiera, intimo amico di Gesù, grande conoscitore delle Sacre Scritture e delle anime, spese la sua vita sulle orme di Paolo di Tarso per conformarsi a Cristo, farsi tutto a tutti per guadagnarne qualcuno e portare il Vangelo sino agli estremi confini della terra, e se avesse potuto, anche nelle galassie. Infatti invierà i propri figli e figlie spirituali nelle Americhe,in Messico, in India, in Giappone, in Cina, in Corea, in Congo, in Spagna, in Polonia, ecc…
Egli stesso visitò più volte le Case fondate dai suoi figli in tutto il mondo; prima della sua morte i Paolini erano presenti già in 50 Nazioni. Successivamente, con don Bernardo Antonini, la Famiglia Paolina approda anche in Russia.
Un’altra opera grandiosa è la costruzione del Santuario “Regina Apostolorum”, eretta come ex voto per l’incolumità di tutti i paolini e paoline durante la seconda guerra mondiale.
Sempre in obbedienza alla Chiesa ebbe rapporti cordiali con i Papi – Leone XIII, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI – a cui si legò e legò ogni membro della sua Famiglia attraverso un quarto voto, il voto di fedeltà al Papa. Da essi ricevette lodi, stima, benedizioni e perfino fu insignito della Croce “Pro Ecclesia et Pontifice” da Paolo VI.
Come vero profeta fu un anticipatore del Concilio ecumenico Vaticano II, partecipando in modo silente, ma orante e vedendo approvati molti dei suoi postulati sui mezzi della comunicazione sociale (Inter Mirifica, Communio et progressio, Perfectae Charitatis).
Don Alberione si lasciò plasmare dallo Spirito Santo e si lasciò usare come l’artista (Dio) usa il pennello (servo inutile) per la sua grandiosa opera. Umile, povero, pieno di debiti, riesce a portare a termine opere stupende, quasi a mostrare a tutti che le opere di Dio si fanno con gli uomini di Dio.

La sua festa liturgica è il 26 novembre