Presentazione di Gesù al Tempio

Ora io mi rallegro di quel che patisco per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio presso di voi di realizzare la sua parola. Col. 1,24-25

Presentazione di Gesù al Tempio

1. Un santo vegliardo di nome Simeone si trovò presente quando Maria presentò il Bambino al Tempio. Era uomo giusto e pio ed aspettava, con vivo desiderio, la consolazione (il Messia) d’Israele. Lo Spirito Santo era in lui: e gli aveva rivelato che non sarebbe morto prima di vedere il Cristo. In quel giorno si sentì mosso da impulso interiore e andò al Tempio. Là Maria gli pose tra le braccia il divin Pargoletto. Simeone Lo contemplò, riconobbe il Messia e con grande riconoscenza esclamo:
” Ora chiama pure il Tuo servo, o Signore, poichè i miei occhi hanno veduto il Salvatore del mondo, da Te mandato a tutti i popoli, lume e rivelazione alle genti, e gloria d’Israele “.

2. L’Ammirazione e la gloria inondarono l’anima di Maria, ma ecco che il santo vecchio è ancora illuminato a scoprire il futuro, e parlando a Maria dice: ” Questo bambino sarà la rovina e salvezza di molti in Israele; sarà come un segno di contraddizione; ed anche a te, Maria, una spada di dolore ti trapasserà l’anima… “.  A Simeone fece eco la Profetessa Anna, donna pia e assidua al tempio: parlava di questo Bambino ” a quanti aspettavano la redenzione di Israele “.
Ecco che l’offerta del Bambino al Signore era accettata. Gesù veniva per la Redenzione. Vuol dire che tutte le profezie riguardanti la passione, l’agonia, il tradimento, i flagelli, la condanna, la crocifissione, la penosa morte predetta, si riferivano a questo Bambino. E la Madre avrebbe condiviso le pene perchè Corredentrice; e queste pene sarebbero state tanto grandi quanto questa Madre amava il suo Figlio e Dio.

3. Chi vuol rassomigliare a Maria condivida, come lei, le pene di Gesù. Non vi è amore senza dolore. Non vi è santità senza mortificazione. Non vi è redenzione senza sangue. Dio gradisce tanto le lecrime spremute dal dolore e la quotidiana croce portata dietro a Gesù insieme a Maria.

Proposito. – Meglio essere mite e paziente che temuto e forte.

Beato Alberione da: Brevi meditaz.per ogni giorno dell’anno. Vol.1

 

CENTENARIO DELLA FAMIGLIA PAOLINA

II ANNO DI PREPARAZIONE AL CENTENARIO DELLA FAMIGLIA PAOLINA

20 Agosto 2012  San Bernardo, Abate e Dottore della Chiesa

Introduzione alla Celebrazione delle Lodi

“Il giorno di San Bernardo il 20 di Agosto di 1914 si apriva la Casa. Il disegno del Padre Celeste si è incarnato, confermato, diffuso, prendendo a mezzo le cose che non sono. Celebreremo con riconoscenza profonda questa data” (UCBS 8, 15 agosto 1924). È quanto afferma il Beato Alberione in ocasione del X° Anniversario della Fondazione Paolina: “San Bernardo aprì la porta e fa la sentinella”. E ne trova le immediate motivazioni apostoliche: … “Proprio sotto l’occhio del Santo Abate Dio faceva spuntare i religiosi della Buona Stampa… San Bernardo è il Dottore della vita religiosa: e gli operai della Buona Stampa debbono prima essere ricchi dello spirito religioso; San Bernardo è il santo, è il Dottore della Madonna, e Maria è la Madre di questa Casa; San Bernardo è colonna della Chiesa, Padre e Dottore, e la Buona Stampa è ministero ordinario della Chiesa. San Bernardo penetrò dello Spirito di Gesù Cristo tutta la vita del secolo e questa è la missione della Buona Stampa: Informare del santo Evangelo tutto l’uomo” San Bernardo fu percepito dal Beato Giacomo Alberione come faro di luce, ma anche “mente e cuore” del XII secolo: «Egli divenne nella mani del Signore come un fuoco ardente in mezzo ai suoi simile, un apostolo».
Con gratitudine e riconoscenza innalziamo a Dio il canto delle Lodi
Invitatorio:
Ant. Ti amerò, Signore, che sei la mia forza, il mio sostegno, il mio rifugio, il mio liberatore
Amo perché amo, amo per amare. Grande cosa è l’amore se si rifà al suo principio, se ricondotto alla sua origine, se riportato alla sua sorgente. Di là sempre prende alimento per continuare a scorrere.
L’amore è il solo tra tutti i moti dell’anima, tra i sentimenti e gli affetti, con cui la creatura possa corrispondere al Creatore, anche se non alla pari; l’unico con il quale possa contraccambiare il prossimo e, in questo caso, certo alla pari.
Quando Dio ama, altro non desidera che essere amato. Non per altro ama, se non per essere amato, sapendo che coloro che l’ameranno si beeranno di questo stesso amore. L’amore dello Sposo, anzi lo Sposo-amore cerca soltanto il ricambio dell’amore e la fedeltà. Sia perciò lecito all’amata di riamare. Perché la sposa, e la sposa dell’Amore non dovrebbe amare? Perché non dovrebbe essere amato l’Amore? Giustamente, rinunziando a tutti gli altri suoi affetti, attende tutta e solo all’Amore, ella che nel ricambiare l’amore mira a uguagliarlo. Si obietterà, però, che, anche se la sposa si sarà tutta trasformata nell’Amore, non potrà mai raggiungere il livello della fonte perenne dell’amore. E’ certo che non potranno mai essere equiparati l’amante e l’Amore, l’anima e il Verbo, la sposa e lo Sposo, il Creatore e la creatura. La sorgente, infatti, dà sempre molto più di quanto basti all’assetato.
Gloria al Padre
Introduzione alla Celebrazione dei Vespri
Al termine di questo giorno, riconoscenti al Signore per tutti i suoi benefici, ne invochiamo la benedizione perché il tempo di grazia che come Famiglia paolina ci viene donato accresca in tutti i suoi membri il desiderio e l’impegno di una conoscenza ed accoglienza sempre più viva e generosa del dono carismatico che ci è stato consegnato nella persona e nell’opera del Beato Giacomo Alberione e ci spinga ad essere nel mondo strumenti, docili ed efficaci, della salvezza del Signore. Ci guidi e ci sostenga il luminoso esempio e l’intercessione di San Bernardo.

da alberione.org