Esercizi del Papa ad Ariccia

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Papa “trasferisce” ad Albano esercizi spirituali Pasqua con curia
Lettera di invito a capi-dicastero partiti ieri- Vedi Video don Sassi

Papa Francesco farà gli eserciza ad Ariccia,Casa Divin Maestro

Papa Francesco farà gli eserciza ad Ariccia,Casa Divin Maestro

Città del Vaticano, 17 ott. Papa Francesco “trasferisce” gli esercizi spirituali con i capi-dicastero della Curia romana dal Vaticano ad Albano.
Bergoglio terrà i suoi primi esercizi spirituali di Quaresima, dal 9 al 14 marzo 2014, ad Albano, presso la Casa Divin Maestro dei Paolini. Gli esercizi saranno predicati e guidati mons. Angelo De Donatis, parroco di San Marco al Campidogio.
La notizia, anticipata dal sito spagnolo di Radio Cope, è stata confermata dalla sala stampa vaticana, che ha sottolineato che sia tipico dei gesuiti svolgere gli esercizi spirituali in un luogo diverso da quello in cui si abita. La lettera di invito per gli esercizi spirituali – che con gli ultimi Papi si sono sempre svolti in Vaticano – è stata iniviata ieri.

Carissimi,

                    penso che siate già venuti a conoscenza della notizia: il prossimo anno, Papa Francesco (lui e tutta la curia cardinalizia) per i tradizionali loro Esercizi (inizio quaresima), ha scelto la nostra Casa paolina DIVIN MAESTRO ad Ariccia (Roma)…Volevo comunicarvi che questa mattina, giovedì 17 ottobre, ho avuto il dono di concelebrare con papa Francesco nella Cappella di Santa Marta: in allegato trovate l’omelia perché veramente molto provocatoria e stimolante per noi preti…Avevo fatto richiesta per tutti i Consiglieri nazionali IGS  (Consiglio convocato per le giornate 16-17 ottobre) di celebrare con lui, ma hanno concesso solo per il sottoscritto e uno dei consiglieri  (la sorte è caduta su don R. D’A)… Ho fatto e farò ancora richiesta per altre occasioni d’incontro dei membri IGS, ma è molto difficile: pensate che hanno ricevuto finora ben 900.000 richieste…  Sapete che al termine della Messa, incontra tutti e ascolta con attenzione ciò che ognuno sente di comunicare e gli ho detto:
“sono delegato dell’IGS, Istituto secolare per preti diocesani. A nome di tutti i membri sono lieto di esprimerle vivissima gratitudine per gli stimolanti messaggi che sa rivolgere con efficacia e testimonianza di vita non solo a tutto il popolo di Dio, ma anche a noi preti: grazie perché ci fa molto bene. Mi permetto umilmente di rivolgerle un invito a parlare, quando ne avrà occasione, dell’importanza per i preti diocesani di professare i Consigli evangelici, valorizzando i vari carismi e spiritualità della Chiesa come quella dei gesuiti, dei paolini… Mi ha risposto brevemente: “hai ragione: è importante e sono saggi quei preti diocesani che vogliono arricchire la propria vita personale, pastorale e apostolica aprendosi alle varie e ricche spiritualità nella Chiesa…”.
Ringraziamo il Signore per queste  parole d’incoraggiamento… Prossimamente verrete informati dei lavori del Consiglio IGS…

Auguro ogni bene
don E.

Rischio per i cristiani chiave in tasca e porta chiusa (omelia)

Istituto Gesù Sacerdote

 

 

Lumen Fidei

Papa Benedetto XVI e Papa Francesco

Papa Benedetto XVI e Papa Francesco

LETTERA ENCICLICA
LUMEN FIDEI
DEL SOMMO PONTEFICE FRANCESCO AI VESCOVI AI PRESBITERI E AI DIACONI
ALLE PERSONE CONSACRATE E A TUTTI I FEDELI LAICI  SULLA FEDE.

1. La luce della fede: con quest’espressione, la tradizione della Chiesa ha indicato il grande dono portato da Gesù, il quale, nel Vangelo di Giovanni, così si presenta: « Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre » (Gv 12,46). Anche san Paolo si esprime in questi termini: « E Dio, che disse: “Rifulga la luce dalle tenebre”, rifulge nei nostri cuori » (2 Cor 4,6). Nel mondo pagano, affamato di luce, si era sviluppato il culto al dio Sole, Sol invictus, invocato nel suo sorgere. Anche se il sole rinasceva ogni giorno, si capiva bene che era incapace di irradiare la sua luce sull’intera esistenza dell’uomo. Il sole, infatti, non illumina tutto il reale, il suo raggio è incapace di arrivare fino all’ombra della morte, là dove l’occhio umano si chiude alla sua luce. « Per la sua fede nel sole — afferma san Giustino Martire — non si è mai visto nessuno pronto a morire ».[1] Consapevoli dell’orizzonte grande che la fede apriva loro, i cristiani chiamarono Cristo il vero sole, « i cui raggi donano la vita ».[2] A Marta, che piange per la morte del fratello Lazzaro, Gesù dice: « Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio? » (Gv 11,40). Chi crede, vede; vede con una luce che illumina tutto il percorso della strada, perché viene a noi da Cristo risorto, stella mattutina che non tramonta.

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Pubblicato nella papa